Qatargate

"Altri due mesi in carcere". Panzeri si pente e collabora

La procura belga ha fatto sapere che l'ex eurodeputato ha deciso di collaborare con gli inquirenti

"Altri due mesi in carcere". Panzeri si pente e collabora

Antonio Panzeri, ex eurodeputato di Pd e Articolo Uno, collaborerà con gli inquirenti che hanno in mano l'inchiesta Qatargate. Ossia l'indagine afferente un giro di mazzette partite da Qatar e Marocco per corrompere alcuni eurodeputati. Il colpo di scena era nell'aria. Nel primo pomeriggio di questo martedì infatti, lo stesso Panzeri aveva ritirato il ricorso per ottenere la scarcerazione. A comunicarlo era stato la procura federale belga, secondo cui adesso l'ex parlamentare europeo per quel motivo sarebbe dovuto rimanere in galera per almeno altri due mesi.

Il ricorso ritirato all'ultimo momento

Panzeri è stato arrestato nello scorso novembre. Assieme a lui in carcere sono finiti Francesco Giorgi, suo ex assistente, e la compagna di quest'ultimo, ossia l'oramai ex vice presidente del parlamento europeo Eva Kaili.

L'inchiesta poi si è allargata, anche se non è stato precisato il numero di persone coinvolte. Secondo alcuni media greci, potrebbero esserci almeno 60 tra deputati e assistenti invischiati nelle indagini. Il nome di Panzeri è stato per adesso quello più nominato nelle carte dell'inchiesta. Per i magistrati, il suo è stato un ruolo importante sia con riferimento al filone relativo al Qatar e sia con quello riguardante il Marocco.

Oggi doveva essere presa una decisione sulla sua scarcerazione. Ma l'indagato non si è presentato. “Antonio Panzeri – si legge in un comunicato della procura federale belga – ha deciso oggi di ritirare il suo ricorso davanti alla camera d'accusa per ottenere la scarcerazione”.

Nell'ambito di un'indagine su larga scala condotta dalla Procura federale – si legge ancora – in merito a presunti atti di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio di denaro, Panzeri doveva comparire oggi davanti alla camera d'accusa presso la Corte d'appello di Bruxelles, ma l'accusato non è apparso”. “Nell'interesse delle indagini – si chiude la nota inviata ai media dalla procura di Bruxelles – al momento non verranno fornite ulteriori informazioni”.

La novità consiste per l'appunto nel pentimento di Panzeri. A renderlo noto sono stati sempre i magistrati della capitale belga con un nuovo comunicato. "Oggi - si legge nel nuovo comunicato - si è verificata una importante evoluzione nelle indagini. Panzeri, uno dei protagonisti importanti del dossier, accompagnato dai suoi avvocati, ha firmato un memorandum con il procuratore federale, in base ad alcuni articoli del codice di procedura penale belga che riguardano i pentiti".

"Panzeri - si legge ancora - accusato di aver partecipato ad una organizzazione criminale in qualità di dirigente, di riciclaggio di denaro e di corruzione pubblica, attiva e passiva, si impegna nel memorandum firmato oggi ad informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l'implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l'identità delle persone che ammette di aver corrotto".

Il ruolo di Panzeri nel Qatargate

Nel mirino dei magistrati belgi sono finiti i tanti viaggi dell'ex eurodeputato sia in Marocco che in Qatar. Panzeri, nel parlamento di Strasburgo fino al 2019, ha effettuato molte trasferte nei Paesi coinvolti dall'inchiesta.

In Marocco avrebbe incontrato, secondo gli inquirenti, anche esponenti delle forze di sicurezza locali. In queste occasioni gli sarebbero stati promessi regali. In alcune intercettazioni è emerso anche il ruolo di moglie e figlia, secondo i magistrati consapevoli di quanto stava accadendo. Conversazioni in cui ad emergere è, tra gli altri, il nome dell'ambasciatore marocchino in Polonia Abderrahim Atmoun.

Sul Qatar invece, il sospetto è che Panzeri possa aver usato la Fight Impunity, Ong da lui fondata alcuni anni fa, per coprire giri di soldi provenienti da Doha. Le indagini stanno andando avanti e altri risvolti potrebbero emergere nelle prossime settimane.

Per il momento però l'ex eurodeputato dovrà rimanere in carcere.

Commenti