Jihadista non si presenta all'interrogatorio e fa perdere le sue tracce: è caccia all'uomo

Il bengalese era stato convocato dal gip a seguito della richiesta di custodia cautelare richiesta dal pm per istigazione a delinquere aggravata dalla finalità terroristica

Jihadista non si presenta all'interrogatorio e fa perdere le sue tracce: è caccia all'uomo
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Un 25enne bengalese, ma residente da anni a Rimini, ha fatto perdere le sue tracce dopo essere stato convocato dal gip per un interrogatorio preventivo, nuova formula inserita nella recente riforma della Giustizia. L'accusa nei suoi confronti è di istigazione a delinquere aggravata dalla finalità terroristica, perché avrebbe condiviso sui suoi profili social post e contenuti inneggianti il jihad. Nel corso del monitoraggio costante compiuto dalle forze dell'ordine online, il bengalese è stato individuato per i contenuti inneggianti Al Qaeda e l'Isis e pertanto è stato segnalato all'autorità giudiziaria che, dopo le indagini del caso, ha deciso di procedere con l'iter giudiziario, convocandolo in tribunale prima di procedere con l'arresto, chiesto dalla procura.

L'interrogatorio preventivo è previsto in determinate circostanze prima che il giudice decida sull'applicazione di una misura cautelare personale e ha l'obiettivo, con lo scopo di garantire il contraddittorio anticipato con la persona sottoposta alle indagini, rafforzando il suo diritto di difesa. Per lui, la procura distrettuale di Bologna aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per i reati sopra citati, considerando la pericolosità sociale del soggetto per la connessione con il terrorismo islamico. Ora in Emilia-Romagna, con ricerche in tutta Italia e non solo, è iniziata una vera e propria caccia all'uomo che coinvolge anche gli uomini dei Ros, i corpi speciali dei carabinieri specializzati in operazioni ad alto rischio.

L'Italia, pur non essendo stata negli ultimi anni teatro di grandi attentati di matrice jihadista come avvenuto in altri Paesi europei, continua a rappresentare un elemento centrale nella strategia globale del terrorismo islamico. Viene considerata quasi una "base logistica" oltre che, come si evince dai numerosi arresti per radicalizzazione, polo di reclutamento. Secondo le relazioni annuali dei servizi di sicurezza, la minaccia jihadista è in continua evoluzione, specialmente a causa delle tensioni geopolitiche internazionali che possono alimentare la propaganda e la radicalizzazione. Nel 2024 in Italia, in accordo coi dati della Polizia di Stato, ci sono state 23 persone arrestate per terrorismo o estremismo e ulteriori 82 soggetti espulsi per motivi di sicurezza dello Stato.

Si tratta di numeri in aumento di anno in anno, che non determinano solo una maggiore esposizione dell'Italia ma anche un maggior impegno dello Stato nel contrasto dei fenomeni di questo tipo, come dimostra l'oscuramento di oltre 2.300 siti nell'ambito del contrasto al cyberterrorismo nel solo 2024.

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