“Il pericolo di crollo c’era”: al processo quel sospetto sul Ponte Morandi

Già nel 2010 c'era stato il sospetto di un possibile crollo del Ponte Morandi a Genova: cosa è emerso durante l'udienza del processo

“Il pericolo di crollo c’era”: al processo quel sospetto sul Ponte Morandi
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Otto anni prima che il crollo uccidesse 43 persone, c’era già il sospetto che potesse avvenire. Lo ha affermato durante il processo per il crollo del Ponte Morandi a Genova Gianni Mion, ex amministratore delegato della holding dei Benetton Edizione, ex consigliere di amministrazione di Aspi e della sua ex controllante Atlantia.

Mion si è riferito a un accadimento del 2010, quindi 8 anni prima di quel tragico 14 agosto 2018: “Emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo. Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose: ‘Ce la autocertifichiamo’. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico”. Mion ha aggiunto anche: “La mia idea è che c'era un collasso del sistema di controllo interno e esterno, del ministero non c'era traccia. La mia opinione, leggendo ciò che emergeva, è che nessuno controllasse nulla”.

Al processo si è parlato anche del fatto che nel 2003 si era discusso dell’eventuale demolizione del ponte per il rimpiazzo con un’altra struttura analoga, demolizione che non sarebbe avvenuta a causa dei costi e della complessità dell’operazione. E si è parlato anche di anomalie segnalate e non approfondite. Il docente del Politecnico di Milano Carmelo Gentile fece nel 2017 uno studio sui tiranti dell’infrastruttuta per conto di Aspi: "Appresi la notizia del crollo mentre ero in vacanza, rimasi senza parole per un’ora”.

Il docente aveva infatti ravvisato delle anomalie sugli stralli della pila 9, che avrebbe poi dato via al crollo, sebbene nel suo studio non avesse ravvisato un pericolo di collasso, dato che i risultati non sarebbero stati chiarissimi: Gentile ha aggiunto che a suo avviso non ci sarebbe stato "un pericolo evidente di crollo”, perché altrimenti non sarebbe stato tranquillo se avesse avuto preoccupazioni sulla questione, ma ha anche sottolineato che, secondo lui, “non è stato fatto tutto quello che doveva essere fatto. Bisognava per esempio andare a vedere lo stato dei materiali per vedere se c'era la corrosione e di che tipo”.

Il 14 agosto 2018 crollò il Ponte Morandi, uccidendo 43 persone

tra coloro che in quel momento erano impegnati nell’attraversamento della struttura e coloro che stavano lavorando a terra all’interno di un’azienda per lo smaltimento dei rifiuti. Il numero di sfollati fu di 566 persone.

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