
Settembre è alle porte e questo pare sarà un mese cruciale per l'indagine di Garlasco. Agosto andrà via senza grandi novità sull'incidente probatorio in corso e sulle indagini tradizionali ma la discussione dell'opinione pubblica sul tema non sembra si placherà. Enrico Manieri esperto di balistica e di criminologia, è uno dei più seguiti sul caso sui social e su YouTube: ha studiato il caso, approfondito e realizzato video che hanno avuto una buona media di visualizzazioni e in uno di questi ha elaborato un'ipotesi su quale possa essere stata l'arma del delitto usata per uccidere Chiara Poggi.
La sua ipotesi è che l'arma del delitto possa essere un portavaso in ferro battuto presente sulla scena del crimine in alcune immagini scattate durante i rilievi. "Sono partito dalle ferite inferte alla vittima, che non vanno prese singolarmente, ma analizzate nel loro insieme altrimenti si rischia di costruirsi un film mentale che dilata i tempi e gli spostamenti", ha dichiarato Manieri, che si è basato sulle informazioni presenti sul referto autoptico firmato dal dottor Marco Ballardini. "La prima cosa che mi ha colpito è che le ferite sul cranio e nella zona occipitale, cioè la nuca, hanno come predominanza un aspetto contusivo, mentre quelle sul viso e sulla tempia sono da taglio/punta. Cosa significa? Che se qualcuno viene colpito al viso direttamente le parti più sporgenti, come il naso, subiscono delle lesioni e i denti saltano, essendo fragili", ha spiegato Manieri.
Di contro, la vittima "non aveva nessuna ferita di questo genere, quindi quelle sul viso e sulla tempia sono escoriazioni da contatto. Tradotto, aveva la faccia appoggiata su un oggetto tagliente mentre veniva colpita sulla nuca". Sempre secondo Manieri, Chiara Poggi potrebbe aver ricevuto un calcio inizialmente, perché "l’autopsia racconta di un colpo sulla coscia sinistra che potrebbe essere stato inferto da una punta o un tacco di una scarpa, ma soprattutto di un’escoriazione causata da una strisciata con la suola. Che però non è compatibile con le famose scarpe a pallini, quindi collocherebbe sulla scena del crimine almeno una seconda persona".
Ci sarebbero poi delle escoriazioni, che sarebbero compatibili con una prima caduta in ginocchio dopo il calcio. È a quel punto che, dalla ricostruzione dell'esperto di balistica, sarebbe stata colpita: "Lei, crollando, avrebbe fatto cadere il portavasi e ci sarebbe finita sopra con la faccia: gli altri colpi dati sulla nuca, sempre con il vaso, avrebbero così provocato anche le ferite del viso.
Non solo, il killer a quel punto l’avrebbe tenuta ferma appoggiando un ginocchio sulla sua schiena e questo avrebbe provocato l’enfisema polmonare rilevato in sede autoptica". Manieri è un esperto del suo campo, essendo stato consulente tecnico di parte per la difesa nel processo d’Assise d’Appello contro Pietro Pacciani.