Uccise il padre con una fucilata, torna in libertà dopo sei anni

Dopo esser stato assolto dall'accusa di omicidio per vizio totale di mente, il ventiquattrenne di Lucignano (Arezzo) che nel 2017 uccise il padre con una fucilata è tornato definitivamente in libertà: pochi giorni fa ha completato il percorso riabilitativo nella casa-famiglia nella quale ha trascorso gli ultimi anni

Uccise il padre con una fucilata, torna in libertà dopo sei anni
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Nel 2017 uccise il padre con un colpo di fucile esploso all'improvviso, per poi autodenunciarsi ai carabinieri e chiedere l'invio di una pattuglia sul posto. A sei anni di distanza dai fatti e dopo aver trascorso l'ultimo quinquennio in una casa-famiglia di Carmignano (una realtà comunale in provincia Prato, ndr) nel quale ha seguito un percorso riabilitativo e di reinserimento sociale, Giacomo Ciriello è definitivamente tornato in libertà: non dovrà più essere sottoposto ad alcuna sorveglianza. Ad accertare le sue condizioni sono stati nelle scorse ore gli psicologi e gli psichiatri che lo hanno seguito in tutto questo periodo, secondo i quali il ventiquattrenne non rappresenta più un pericolo per la collettività. E a loro avviso, può quindi tornare a condurre una vita senza restrizioni.

Stando a quanto riportato dal Corriere di Arezzo, si è così chiusa una drammatica vicenda apertasi poco più di un lustro fa, capace di sconvolgere improvvisamente la quiete del tranquillo paese aretino di Lucignano. Era la notte fra il 26 e il 27 febbraio del 2017, quando i residenti furono svegliati da una fucilata. Uno sparo che costò la vita a Raffaele Ciriello, un uomo di 51 anni originario di Avellino e residente da tempo in Toscana (dove aveva avviato un'impresa operante nel campo della carpenteria metallica). A premere il grilletto, sulla base delle successive ricostruzioni degli inquirenti, fu proprio il figlio, allora giovanissimo: il ragazzo, quella sera attese con pazienza il rientro in casa del genitore. E dopo aver imbracciato la doppietta caricata a pallettoni e detenuta nell'abitazione, ha colpito il padre allo zigomo sinistro, non lasciandogli scampo.

Fu come detto il giovane ad allertare le forze dell'ordine, mettendo i carabinieri al corrente di quel che aveva appena fatto. Un gesto che sarebbe giunto nelle ore immediatamente successive ad una violenta lite fra i due, per cause mai chiarite del tutto. Era inizialmente stato arrestato, salvo essere scarcerato a circa un paio di mesi di distanza dalla tragedia. Il ragazzo venne poi dichiarato affetto da una patologia della personalità che lo aveva reso incapace di intendere e di volere. E proprio per questo motivo, come ricorda il Corriere, il processo a suo carico celebrato nella città toscana si concluse con l'assoluzione per vizio totale di mente al momento del fatto.

A seguito di tutto ciò, ne fu comunque disposto l'affido presso una struttura carmignanese in libertà vigilata, per far sì che potesse intraprendere un cammino di riabilitazione sotto la supervisione di professionisti. E a conclusione dello stesso, è infine uscito dalla casa-famiglia.

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