Campi Flegrei, calma apparente: "Ci attendiamo altri terremoti", cosa sta accadendo

"I Campi Flegrei hanno superato di 20 centimetri il massimo sollevamento avvenuto nel 1984", spiega Mauro Di Vito

Campi Flegrei, calma apparente: "Ci attendiamo altri terremoti", cosa sta accadendo
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Anche se negli ultimi giorni la sismicità nei Campi Flegrei pare essere diminuita nettamente rispetto alle fasi più intense, l'attività bradisismica in realtà prosegue, esattamente come l'innalzamento del suolo ed è bene non abbassare la guardia.

A spiegare cos'è accaduto e qual'è esattamente la situazione attuale, nel corso di un'intervista concessa a Il Mattino, è il direttore dell'Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito. "Avevamo già notato nella precedente settimana un aumento della velocità di sollevamento del suolo della caldera, che fortunatamente si è attenuata in pochi giorni ma che però si è accompagnata con l'incremento della sismicità", spiega l'esperto. E in effetti la deformazione del suolo e delle rocce e i terremoti sono fenomeni strettamente in connessione: allo stato attuale delle cose, precisa Di Vito, la situazione sembra essere ritornata nei parametri noti in precedenza, ovvero 15 millimetri al mese. "Ma questo piccolo salto di un centimetro tra il 21 e il 23 settembre è quello che ha caratterizzato questo momento d'intensificazione dell'attività sismica", analizza il direttore dell'Osservatorio Vesuviano. Bisogno comunque tenere presente, rimarca, che si tratta di un unico fenomeno: "La crosta si deforma e quando lo fa più velocemente si frattura più frequentamente e con maggiore energia, anche se questo dipende da quanto sforzo riesce ad accumulare".

Allo stato attuale delle cose è diminuita sia la frequenza che l'intensità dei terremoti, e si tratta senza dubbi di un dato positivo, ma ciò non significa essere fuori pericolo, anzi."Il bradisismo sta continuando e ci aspettiamo altri terremoti", annuncia l'esperto. "Gli ultimi due sono stati di magnitudo 1.2 e 1.3 avvenuti oggi avvertiti dai miei colleghi che stavano effettuando dei rilievi all'interno della Solfatara".

Ecco perché continua in modo incessante l'attività di rilevazione sul territorio da parte dell'Osservatorio Vesuviano, compresa l'analisi dei flussi di gas all'interno della Solfatara, con l'obiettivo di "raccogliere tutti gli altri dati che possono aiutarci a capire l'evoluzione della dinamica della caldera". Il terremoto più forte fino ad ora registrato nei Campi Flegrei ha toccato magnitudo 4.2, con epicentro nell'area tra Dazio e Bagnoli nel golfo. Potrebbe trattarsi di una temuta zona di frattura della caldera? "Il fondo è molto fratturato", considera Di Vito, "ovviamente quando si parla di terremoti che registriamo nei Campi Flegrei ognuno di essi genera una fratturazione". Oltre ciò ci sono anche delle aree in cui il fondo si sta deformando con innalzamenti soprattutto nella parte centrale, per poi riassestarsi lentamente.

"Sono proprio queste aree di bordo della deformazione che corrispondono alla massima differenza di velocità di sollevamento che in alcuni momenti sono più fragili", spiega l'esperto: ed è proprio lì che si concentrano l'attività sismica e la fratturazione. Bisogna tuttavia prestare attenzione non solo all'area tra Dazio e Bagnoli: "Nel golfo accade esattamente la stessa cosa", puntualizza Di Vito, "è una zona dove la velocità di deformazione si attenua ed è proprio questa dove si determinano gli allineamenti di terremoti".

Evidenti segnali di bradisismo si rilevano nel porto di Pozzuoli: sono gli stessi pescatori a segnalare un dislivello di oltre un metro tra le prue delle barche e la banchina. "Questo è l'effetto avanzato del bradisismo", racconta l'esperto.

"I Campi Flegrei hanno superato ad oggi di 20 centimetri il massimo sollevamento avvenuto nel 1984 che era all'epoca di 1 metro e 85 centimetri e adesso è di oltre 2 metri se volessimo sommare le due deformazioni tra le quali però c'è evidenziare una subsidenza". Il che significa che, complessivamente, dal 2005 fino ai giorni nostri il suolo si è innalzato di ben 115 centimetri.

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