Con la giornata di oggi, 25 ottobre, si chiude la nuova edizione del Festival M’incanto, la rassegna che da luglio ha trasformato i cortili, i parchi e le biblioteche del Municipio 8 in spazi di incontro, creatività e comunità. Un percorso di oltre sessanta appuntamenti gratuiti – tra musica, teatro, laboratori e installazioni – che ha dato voce alla Milano accogliente e partecipata, dove l’arte diventa linguaggio comune, accessibile a tutti.
La chiusura: musica, inclusione e un “Canto per l’Europa”
La giornata conclusiva celebra lo spirito del Festival con due eventi simbolici. Dalle 10 alle 18, nel cortile del CASVA di via Isernia 5, si è tenuto “Io suono un’orchestra”, laboratorio orchestrale inclusivo curato da Allegro Moderato. Persone con e senza disabilità hanno suonato insieme, guidate da giovani musicisti professionisti che da anni portano avanti un progetto di musica come strumento di crescita, dialogo e gratificazione reciproca.
Alle 18.00, nello stesso spazio, la Piccola Orchestra dei Popoli presenterà “La profuga”, spettacolo che intreccia musica, immagini e parole ispirato al Canto per l’Europa di Paolo Rumiz. I suoni di strumenti costruiti con il legno delle barche dei migranti hanno accompagnato una riflessione intensa e poetica: come sarà l’Europa di domani, e quali voci la abiteranno?
Un autunno di arte nei cortili
L’autunno milanese, con le sue giornate luminose e l’aria più fresca, è stato il contesto ideale per M’incanto, che da luglio a ottobre ha portato nel Municipio 8 performance, orchestre inclusive, cori e laboratori d’arte. Il Festival, organizzato grazie a una rete di partner sociali e culturali, ha reso protagonisti artisti, cittadini e associazioni, garantendo accessibilità totale: interpreti LIS, percorsi guidati, materiali informativi inclusivi e assistenza per persone con difficoltà motorie.
Le tappe più emozionanti
Dal debutto del 4 ottobre, con il Progetto Orlando alla Fabbrica del Vapore – una riscrittura teatrale dell’Orlando Furioso firmata dagli allievi della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi – fino alla poesia corale del gruppo femminile Wildflowers, il mese è stato un crescendo di incontri e sperimentazioni.
Indimenticabile la presenza del clown Miloud Oukili, fondatore di Parada, che l’11 ottobre ha portato a Milano il suo laboratorio di clownerie sociale. La sua lezione, semplice e universale: “Il clown sbaglia e porta il sorriso. Sbagliare e ridere sono il primo passo per entrare in confidenza con qualcuno.”
Dal monologo “Paula” di Francesca Bonelli al laboratorio di scultura materica e sonora dell’artista Nada Pivetta, fino al “Lost in rock” dei Freakclown, ogni proposta ha intrecciato linguaggi e pubblici diversi, facendo dialogare professionisti, studenti e famiglie.
M’incanto, un festival che unisce
Nel corso delle sue giornate, M’incanto ha dimostrato che la cultura può davvero essere spazio di incontro e motore di inclusione.
Dalle mani di chi scolpisce ai cori che raccontano il mondo, dal suono delle biciclette trasformate in strumenti musicali fino alla voce di chi trova nella scena un modo per dire “ci sono”, il Festival ha offerto una piccola ma concreta visione di città condivisa.Ottobre si chiude così, tra applausi, sorrisi e nuove consapevolezze: a Milano l’arte non è mai solo spettacolo, ma un atto di comunità.