Lombardia, mezzo milione di visite ed esami in più entro il 2023

Sono stati stanziati 81 milioni di euro per accorciare ulteriormente le liste di attesa della sanità: ecco il piano di Palazzo Lombardia

Lombardia, mezzo milione di visite ed esami in più entro il 2023
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La Regione Lombardia accorcia le liste di attesa della sanità. L'obiettivo della Giunta è chiaro: sfoltire tutte le code che sono ancora in corso nei reparti ospedalieri e proseguire recupero delle prestazioni rimaste indietro a causa della pandemia da Covid-19. Palazzo Lombardia aveva chiesto negli scorsi mesi alle Ats di verificare quante visite, esami e ricoveri in più gli ospedali pubblici e privati di tutta la regione fossero in grado di fare. Arrivare a più di mezzo milione di prestazioni in più entro fine anno: tra queste, 101 mila sono già state eseguite.

Le Agenzie di Tutela della Salute hanno poi comunicato al Pirellone quante visite, controlli e operazioni in più si potessero eseguire, rimodulando le previsioni iniziali, considerando anche il fatto che sono state aggiunte circa 10mila prestazioni rispetto a quelle che ad aprile la Regione aveva stimato. Ecco, quindi, i conti che hanno portato Palazzo Lombardia a prevedere entro la fine di dicembre l'esecuzione di 280.554 prestazioni in più nelle strutture pubbliche e 256.011 in quelle convenzionate: il tutto per un investimento complessivo di 81 milioni di euro. Si arriverebbero così alle 536.565 visite ed esami diagnostici in aggiunta rispetto all'ordinario, ai quali si devono sommare 11.371 ricoveri in più (7.831 in più nel pubblico, 3.540 nel privato) da fare entro la fine dell'attuale anno solare.

La Lombardia accelera in tutti i settori sanitari

In particolare, nel territorio dell'Ats di Milano, i ricoveri aggiuntivi da fare sono 3.674, mentre le visite e gli esami in più da svolgere ammontano a 248mila tra strutture pubbliche e private: si tratta soprattutto di prime visite ed esami diagnostici. Quelle che meritano di essere particolarmente accelerate sono le prime visite oculistiche, cardiologiche, dermatologiche, otorinolaringoiatriche, ortopediche. E poi esami come l'ecografia dell'addome e quella della mammella, l'ecocolordoppler e soprattutto la risonanza magnetica e la Tac. Palazzo Lombardia ha fissato un decalogo indirizzato ai medici: il principio è quello della "appropriatezza prescrittiva", sul quale da tempo i vertici della sanità regionale (e anche nazionale) insistono.

Per fare un esempio, le nuove regole per risonanze e Tac da far fare agli anziani prevederebbero che i medici evitino di prescrivere una risonanza della colonna lombosacrale se non dopo una cura di quattro settimane risultata inefficace. Mentre per quanto riguarda le risonanze a polso, braccia, spalla, bacino, avambraccio, la Regione raccomanda ai dottori di non prescriverle se non dopo aver fatto delle più semplici (ed economiche) radiografie.

Come specificano i tecnici di Palazzo Lombardia, le indicazioni "non costituiscono un vincolo o una limitazione prescrittiva, ma intendono fornire indicazioni pratiche, finalizzate a promuovere una maggiore appropriatezza nella scelta di questi

esami diagnostici". In generale, rientrano tra le diverse iniziative che la Regione sta attuando per sfoltire le attese, insieme alla realizzazione di un Cup unico per ospedali pubblici e privati.

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