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Malpensa, una valigia in vetro di Murano parla al cuore dei passeggeri

Aperta fino al 30 marzo 2026 la mostra X-Ray-Me dell’artista italo-iraniana Fariba Ferdosi. L'installazione, con 8 stampe che mostrano il bagaglio visto dallo scanner dei controlli di sicurezza, è proposta come riflessione sullo stato d’animo di chi attraversa l'aeroporto

Malpensa, una valigia in vetro di Murano parla al cuore dei passeggeri
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L’aeroporto intercontinentale di Milano Malpensa è un luogo di incontro tra mobilità globale e cultura che propone enti e iniziative uniche come l’installazione site-specific X-Ray-Me realizzata dall’artista italo-iraniana Fariba Ferdosi, a cura di Umberto Croppi. Mostra allestita nell’Area Extra Schengen del Terminal 1, il cuore pulsante dello scalo milanese aperto sul mondo.

Ed è proprio ai passeggeri che X-Ray-Me “parla” perché nasce ed è proposta come una riflessione sullo stato d’animo di chi attraversa un aeroporto: il distacco, l’attesa, la trasformazione. Il passaggio sotto lo scanner – soglia simbolica tra un prima e un dopo – diventa metafora di un’indagine interiore: ciò che solitamente resta segreto tra il viaggiatore e i propri oggetti personali si rivela, si astrae, si trasforma in una mappa emotiva.

Mostra X-Ray-Me a Malpensa


L’installazione pensata proprio per Malpensa, presenta infatti un’originale scultura in vetro di Murano soffiato - la valigia - appoggiata su un nastro trasportatore che porta il bagaglio ai controlli di sicurezza, alla quale fanno cornice otto opere in stampa diretta a pigmenti UV. Il vetro, traslucido e fragile, amplifica il tema dell’esistenza in transizione: un equilibrio precario che racconta la condizione umana, fatta di radici, spostamenti, legami sospesi. Così, con il suo linguaggio visivo, che integra materiali e tecniche diverse mantenendo una profonda coerenza poetica, Fariba Ferdosi intercetta la dimensione universale del viaggio.

Mostra Fariba Ferdosi a Malpensa

Nata a Teheran e divisa tra la città natale e Lucca, l’artista esplora simboli, memorie e oggetti quotidiani, decontestualizzandoli per farne elementi narrativi capaci di parlare a ogni viaggiatore e spiega: “Noi, migranti. Quelli con la valigia. Abbiamo avuto tempo e modo di portarci dietro l’essenziale, o piccoli frammenti di memoria. Così nasce la mia opera X-Ray-Me. Credo nel valore sociale dell’arte, nella sua capacità di unire e generare riconoscimento reciproco. A volte non sappiamo cosa portiamo con noi finché qualcuno non ci invita a guardarci dentro”.

Con X-Ray-Me, Malpensa connette mondi che si incrociano anche attraverso l’arte, riaffermando il ruolo dell’aeroporto gestito da Sea, come spazio

culturale e di narrazioni condivise. In un ambiente attraversato ogni giorno da milioni di persone, l’opera offre un momento di sospensione, intimità e riflessione: un’esperienza che accompagna e interpreta il movimento globale.

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