Cronaca locale

Si spacca il fronte pro-Gaza. La rabbia dei Giovani Palestinesi: "Non ci fermeranno"

Il gruppo dei Palestinesi in Italia non scenderà in piazza nel Giorno della Memoria, ma c'è chi è pronto a sfidare le disposizioni delle autorità: dispositivi di sicurezza rafforzati

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Ha vinto il buonsenso, ma solo fino a un certo punto. Il corteo nazionale pro-Palestina organizzato a Milano dall'associazione dei Palestinasi in Italia per la giornata di domani, Giorno della Memoria, è stato rinviato a domenica. Il gruppo ha optato per il rinvio “nel rispetto dell'ordinanza stabilita delle autorità italiane". Ma la tensione è altissima, tale da spaccare il fronte pro-Gaza: i Giovani Palestinesi non hanno alcuna intenzione di rispettare i divieti della Questura meneghina. E promettono battaglia: "Sì, saremo in piazza".

Andiamo per gradi. Per tutta la giornata nella Questura di Milano si è cercata una mediazione con i manifestanti, con l’obiettivo primario di scongiurare eventi filo-palestinesi nel giorno dedicato alle vittime della Shoah. “In quanto cittadini, abbiamo preferito rispettare quello che ci è stato chiesto”, la versione dell’associazione dei Palestinesi in Italia, che ha inoltre chiesto alla comunità di evitare disordini. Ma il clima è a dir poco rovente e per tutta la giornata di sabato i dispositivi di sicurezza saranno rafforzati. Una decisione corretta soprattutto alla luce degli intenti dei già citati Giovani Palestinesi.

Il gruppo non ha alcuna intenzione di rispettare la legge. “La repressione non ci fermerà, saremo in piazza a Milano, Roma, Napoli e Cagliari”, si legge in una nota diffusa nel pomeriggio. E il rinvio deciso dal prefetto Sgaraglia non sembra spaventare:"Chi veramente crede ed esercita la memoria, chi veramente ha vissuto profondamente nella coscienza l'esperienza della Shoah, certamente capisce perché si deve scendere in piazza per fermare il genocidio che sta avvenendo in Palestina. Rispetto a quello che sta pagando il nostro popolo per la propria libertà questo piccolo atto di disobbedienza civile è un rischio trascurabile, anche considerando che, fino a prova contraria, manifestare è ancora un diritto in Italia".

Si temono scontri con la polizia e non solo. I Giovani Palestinesi hanno confermato l’appuntamento alle ore 15.00 con punto di ritrovo piazzale Loreto, all’Anfiteatro: “La memoria ci impone di scendere in piazza contro e nonostante i divieti contro un governo alleato dei criminali sionisti, contro un governo fascista che però ha il coraggio di additare noi come antisemiti, solo perché lottiamo perché non si ripeta uno sterminio”. Non si tratta dell’unico gruppo per le strade di Milano e di altre città italiane. A non voler rispettare il divieto del Governo sono anche i gruppi di estrema sinistra Potere al Popolo e Unione Popolare che a LaPresse hanno detto: "Noi sfideremo i divieti di Piantedosi. La sentenza de L'Aja dimostra che c'è un rischio concreto di genocidio a Gaza, come denunciamo da mesi insieme a tanti in tutto il mondo".

Posizione ancora diversa quella del Movimento degli studenti palestinesi. La presidente Maya Issa ai microfoni dell'Agi ha puntato il dito contro la comunità ebraica per aver inciso su una decisione già presa dall'autorità competente che aveva autorizzato il corteo.

A differenza di altre, l'associazione non scenderà in piazza, ma Issa ha posto l'accento sulle possibili ripercussioni di questo divieto:"È una decisione che però aumenta la rabbia della gente, anche per questo non possiamo garantire che non ci siano persone che domani decidano comunque di scendere in piazza autonomamente".

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