Un uomo di 81 anni, ad Asti, è stato ricoverato all'ospedale Cardinal Massaia con sintomi sospetti che rimandano alla febbre emorragica di Marburg: l'anziano si trova nel reparto di malattie infettive, è monitorato 24 ore su 24 e rimane isolato dagli altri pazienti così da evitare eventuali contagi. La preoccupazione nasce dal fatto che l'uomo, al suo arrivo al pronto soccorso con febbre e sintomi gastrointestinali, ha dichiarato di essere rientrato da poco tempo da un viaggio in Etiopia.
La nota ospedaliera
"Alla visita ha precisato di aver visitato un’area del Paese africano in cui sono stati segnalati focolai di febbre emorragica", spiega in una nota l'ospedale astigiano. "Il paziente era ed è rimasto stabile dal punto di vista clinico ma considerato l’itinerario del viaggio e i sintomi presentati, a tutela della sua incolumità e a scopo di prevenzione, la Direzione Medica di Presidio ha immediatamente attivato tutte le misure precauzionali e di isolamento, evitando quindi qualsiasi contatto con altri pazienti".
Dai primi prelievi inviati all'Ospedale Spallanzani di Roma, c'è il sospetto che si tratti di febbre di Marburg ma il nosocomio romano effettuerà una verifica della diagnosi per confermare o meno. "È stata attivata la catena di allerta locale con il SISP, regionale con il DIRMEI e nazionale con lo Spallanzani. Nel caso di conferma della diagnosi il paziente verrà trasferito in una struttura con le misure di sicurezza idonee".
Cos'è la febbre di Marburg
Come spiega l'Istituto Superiore di Sanità (Iss), si tratta di una grave malattia a causata dal virus a Rna Marburgvirus (Marv), della famiglia dei Filoviridae, a cui appartiene anche il virus Ebola ma i due patogeni sono antigenicamente distinti. "Il serbatoio del virus Marburg è il pipistrello della frutta africano (Rousettus aegyptiacus). I pipistrelli della frutta infettati non mostrano segni evidenti di malattia. Sono necessari ulteriori studi per determinare se anche altre specie possono ospitare il virus", fa sapere l'Iss. Negli ultimi anni sono stati segnalati focolai e casi sporadici in Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sud Africa e Uganda ma tutti i focolai registrati fino a questo momento nel mondo hanno avuto origine in Africa.
Quali sono i sintomi
L'incubazione di questo virus può durare più o meno otto giorni (ma può arrivare anche a 21): i pazienti colpiti iniziano a soffrire di febbre, cefalea, dolore toracico ai quali si aggiungono anche problematiche gastrointestinali (dal vomito alla diarrea) e in alcuni casi anche rash cutaneo. Nei casi più gravi insorgono emorragie come l'epistassi (perdita di sangue dal naso) ma anche sanguinamento dalla bocca e dal retto, possono insorgere sintomi neurologici (disorientamento, convulsioni, coma) e insufficienza sistemica multi-organo.
Le terapie disponibili
Allo stato attuale non c'è un vaccino specifico e non esistono nemmeno specifici farmaci contro il virus di Marburg: come spiegato dal Manuale Msd esiste una terapia di supporto per gestire i sintomi con la manutenzione del volume del sangue e dell'equilibrio elettrolitico, la sostituzione dei ridotti fattori della coagulazione, la riduzione delle procedure invasive e il trattamento dei sintomi compreso l'uso di analgesici.
"I trattamenti sperimentali contro l'infezione da virus Marburg, inclusi farmaci antivirali (favipiravir, remdesivir), IgG policlonali e anticorpi monoclonali, sono sotto studio ma non è disponibile un trattamento definitivo".