Cronaca locale

Toscana, debacle-Pd: sconfitto anche nel Comune del segretario regionale

Fra le sconfitte elettorali rimediate dal PD spicca quella di Campi Bisenzio: nella città d'origine del segretario regionale "dem" Emiliano Fossi, gli elettori hanno preferito al ballottaggio il candidato sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dalla sinistra

Emiliano Fossi, deputato e segretario regionale del PD
Emiliano Fossi, deputato e segretario regionale del PD

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Toscana, debacle-Pd. Sconfitto anche nel Comune del segretario regionale

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Il responso delle urne all'indomani dei ballottaggi delle comunali appare sempre più univoco in tutta Italia, sulla scia dei risultati di due settimane fa: il centrodestra può continuare ad esultare, il centrosinistra deve leccarsi le ferite e ripartire. Ma ad esserne uscito con le ossa rotte sembra soprattutto il Pd, che in almeno un caso è persino riuscito a perdere anche dopo aver superato gli sfidanti di centrodestra. È il caso di Campi Bisenzio, città situata in provincia di Firenze, con gli elettori che alla fine hanno premiato il giovane Andrea Tagliaferri (sostenuto dalla sinistra e dal Movimento 5 Stelle) a scapito di Leonardo Fabbri, candidato dem nonchè "delfino" del segretario regionale Pd Emiliano Fossi. Ed è proprio questo uno dei motivi che fanno sì che la sconfitta appaia ancor più paradigmatica: la vittoria di Fabbri nella città d'origine di Fossi, attuale deputato di centrosinistra (che ha guidato in veste di primo cittadino dal 2013 al 2022) appariva scontata.

Tanto più che il Pd non aveva mai perso a Campi, sin dalla nascita del partito. E invece, dopo il 30,3% ottenuto al primo turno con quasi nove punti percentuali di margine sul trentunenne Tagliaferri, l'elettorato ha poi preferito con decisione l'"outsider" che ha vinto al secondo turno con il 57,3% dei voti (contro il 42,7% del rivale). Visto poi che, com'è noto, piove sempre sul bagnato, Pd e liste civiche collegate non possono nemmeno fregiarsi del titolo platonico di parte politica più votata. Già, perché al primo turno i due candidati a sindaco di centrodestra (Paola Gandola per Forza Italia e Lega e Antonio Montelatici per Fratelli d'Italia) avevano ottenuto complessivamente più del 35% dei voti e solo la (precedente) mancata intesa fra le parti circa il candidato unico ha precluso ad uno dei due l'accesso al ballottaggio.

Quasi 6mila campigiani (su una popolazione complessiva di circa 48mila abitanti) hanno votato complessivamente per i tre principali partiti di centrodestra, "contro" i poco meno di 5mila che hanno scelto il Pd: risultati impensabili in una delle roccaforti della sinistra a livello toscano ed italiano, anche solo pochi anni fa. E così oltre a Siena, Pisa e Massa, il segretario Pd Fossi si è trovato a dover commentare anche la sconfitta nella "sua" Campi. "È tempo di cambiare il Pd.

Ce lo hanno chiesto al congresso ed è il dato che viene fuori dalle urne - ha commentato in una nota, non risparmiando una "stoccata" ai "teorici" alleati - non siamo riusciti nemmeno a invertire le sconfitte degli ultimi anni nei capoluoghi, che restano alla destra. Ringrazio le candidate e i candidati del lavoro e dell’impegno, ma le divisioni del centrosinistra non ci hanno aiutato"

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