Prima si avventa contro il compagno della madre, che riesce a fuggire.
Poi entra in camera della nonna di 80 anni, Gabriella Armari, e la uccide a martellate. Infine va alla stazione e prende un treno per la capitale. Arrestato in poche ore dalla polizia, Lorenzo Vitali, 30 anni, che ieri mattina ha tentato di fare una strage in un appartamento di via Giuseppe Molteni, ad Acilia. Da chiarire le cause della violenta aggressione e dell’omicidio nonostante l’uomo sia stato interrogato per ore dal pm di turno.
A ricostruire l’ennesima tragedia familiare la polizia del X Distretto Ostia. Sono passate le 8,30, Flavio, 59 anni, compagno della madre del killer, è ancora scalzo e in pigiama quando si precipita in strada. Sanguinante, entra al bar di fronte, «Dolce Amaro», chiedendo disperatamente aiuto.
«Perdeva sangue dalla testa - raccontano i gestori del locale, Enrico Tagliaferro e Barbara Ala -, era ferito alla nuca, un orecchio tagliato e un buco all’altezza di un occhio. Gli abbiamo chiesto cosa avesse fatto, ha spiegato che era stato colpito da Lorenzo con un martello». I due allertano il 112 chiedendo un’ambulanza.
In casa, però, non risponde nessuno. È un’altra nipote della vittima ad aprire l’abitazione. Purtroppo l’anziana è riversa a terra con il cranio fracassato. Parte la caccia all’uomo, ovvero al presunto assassino, mentre Flavio viene trasportato in ospedale. «Ha ferite e traumi al volto ma, fortunatamente, se la cava con alcuni punti di sutura» spiegano al pronto soccorso dell’ospedale Grassi.
Lorenzo, invece, è su un vagone della Metro Mare diretto a Roma. La polizia lo segue con la geolocalizzazione del suo telefonino, spento ma comunque in grado di trasmettere segnali gps. Secondo i vicini, il giovane, padre di una bambina di tre anni, vive altrove ma va spesso a trovare la nonna.
«Quando abbiamo visto Flavio massacrato in quel modo abbiamo temuto che anche la bimba fosse con lui» commentano ancora i residenti della palazzina.
Lorenzo, invece, è solo.
Scende alla fermata San Paolo e s’incammina per le strade della Garbatella. È su via Giustiniano Imperatore quando lo blocca una volante di polizia e lo porta in questura per un primo interrogatorio.
Durante il tragitto, Lorenzo non dice una parola.
Schiaccianti le prove contro di lui, tanto che in serata viene emesso il fermo di pg.