Non fa rientro a casa, viene trovato annegato. Dario Cipullo, 16 anni, rugbista, è stato ripescato ieri mattina dai vigili del fuoco nel canale Cavour, ad Agognate, a pochi chilometri dal casello Novara Ovest dell’A4. Ovvero a sei chilometri dal punto in cui viene lasciato dal padre della sua ragazza al termine di una festa a casa di un compagno di squadra, in zona stazione. Una tragica fatalità o c’è dell’altro sul drammatico epilogo di una serata prenatalizia finita in tragedia?
Un giorno di ricerche, poi la macabra scoperta. A lanciare l’allarme i genitori di Dario quando si rendono conto che il ragazzo non è rincasato. «Era irraggiungibile al telefono - spiegherà lamamma Lorena ai carabinieri -. La cosa ci ha preoccupato moltissimo visto che non lo spegne mai». Eppure il ragazzo, visibilmente sbronzo, viene accompagnato fin quasi davanti il cancello di casa, a qualche decina di metri dalla sua abitazione, vicino al centro commerciale San Martino. Perché non entra? È l’una della notte fra venerdì e sabato. Dario, che frequenta il secondo anno dell’Itis Giacomo Fauser, ha ancora il telefono acceso. Con questo manda un messaggio vocale a un amico, ora al vaglio degli inquirenti. Poche parole, confuse e incomprensibili, spiega il ragazzo. Solo alcuni secondi poi il vuoto. Dario, secondo una prima ricostruzione, avrebbe deciso di fare quattro passi, tanto per smaltire la sbornia e non farsi vedere dai suoi in quelle condizioni. «Non stava bene, forse aveva bevuto un bicchiere di troppo», riferiscono gli amici dell’ambiente amatori del Rugby Gattico, squadra dove giocava Dario nel campionato under 18.
Partono le ricerche: carabinieri della compagnia di Novara, protezione civile, volontari di Bellinzago Novarese e polizia municipale di Trecate con un cane molecolare. La mamma lancia un disperato appello sui social: «Chiunque avesse notizie le comunichi al 112». La geolocalizzazione dello smartphone stringe il campo sulla zona di Agogna. Meno di 24 ore dopo il corpo senza vita di Dario viene recuperato dal gruppo sommozzatori.
L’ipotesi più accreditata è che il ragazzo sarebbe scivolato nel canale Agogna, tra il centro e il quartiere Santa Rita dove abitava. Avrebbe provato ad aggrapparsi alle sponde senza riuscirci, come «raccontano » i segni sulle braccia e sul dorso.
La corrente l’avrebbe trascinato per alcuni chilometri fino all’altro canale che scorre a nord del capoluogo.Un semplice incidente o c’è qualcosa di diverso dietro? La Procura di Novara avrebbe già disposto l’autopsia per chiarire le cause esatte della morte.