Ponte crollato a Genova

"5 mesi per il nuovo ponte Morandi? Forse bastano a smaltire i detriti"

Costantino Saporito, vigile del fuoco al lavoro tra le macerie di ponte Morandi, chiede ad Autostrade e istituzioni di fare un bagno di realtà. "Il nuovo viadotto in 5 mesi? Forse bastano per portare via i detriti. Finiremo a febbraio"

"5 mesi per il nuovo ponte Morandi? Forse bastano a smaltire i detriti"

"I cittadini non credano a certe frasi del tipo che tra 30 giorni è finito tutto. Non basteranno a Genova per liberarsi di ponte Morandi. 5 mesi per il nuovo ponte? Forse basteranno per portare via i detriti, sempre che non vengano applicate procedure speciali per l'amianto". Costantino Saporito, sindacalista Usb e vigile del fuoco al lavoro tra le macerie del viadotto crollato lo scorso 14 agosto, è pessimista sui tempi di smaltimento dei detriti, demolizione dei monconi rimasti in piedi e realizzazione del nuovo ponte annunciati da Autostrade per l'Italia. "È stata una catastrofe annunciata", l'opinione di Saporito.

In un'intervista a Primocanale, il sindacalista Usb dei vigili del fuoco Costantino Saporito ha rilasciato alcune dichiarazioni molto importanti sul futuro di ponte Morandi e della zona interessata dal crollo del pilone 9. Secondo Saporito, 22 anni di servizio nei vigili del fuoco, i genovesi "Non credano a certe frasi tipo tra 30 giorni è finito tutto, perché non è così. Non è in 30 giorni che Genova si libererà del ponte, o almeno dei suoi detriti", afferma Saporito, che si augura l'avvio di "una campagna di prevenzione e ricerca a livello nazionale" per evitare una tragedia simile ("Una catastrofe annunciata", secondo il sindacalista).

Il riferimento di Saporito è alle istituzioni e ad Autostrade per l'Italia, le cui previsioni sui tempi di demolizione del vecchio ponte e di realizzazione di quello nuovo sarebbero ottimistiche. "Pensare - come annunciato - di poter spostare quei detriti, di far brillare le parti rimaste del ponte e di mettere in sicurezza tutta la zona rossa in 30 giorni è molto complicato". Insomma, secondo il sindacalista usb entro la fine di ottobre sarà "difficile risolvere tutto. È un'ipotesi che mi sento di escludere. La rimozione delle macerie andrà avanti fino a febbraio come minimo, perché sono i tempi minimi tecnici", spiega Saporito, che menziona anche l'eventuale problema dell'amianto presente all'interno del calcestruzzo precipitato nel greto del torrente Polcevera.

"Se si applicano le procedure per l'amianto i tempi si dilaterebbero ancora di più", la chiusura del vigile del fuoco.

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