AAA, vendesi posto di poliziotto, carabiniere, vigile del fuoco e finanziere

Par condicio, maxi operazione a Benevento, sgominata concorsopoli

AAA, vendesi posto di poliziotto, carabiniere, vigile del fuoco e finanziere

C’è da qualche parte in città un beneventano perbene, un lavoratore con la testa sulle spalle che ha fatto studiare i figli e ogni tanto va a mangiare fuori con la moglie. Vive in una casa dignitosa in uno dei quartieri di Benevento di costruzione più recente. Ogni tanto si concede una partita allo stadio e qualche gita fuori porta sulla costa del Molise, perché lì andava da bambino. Lo chiameremo Erminio Suossio, forse lo avete incontrato anche voi un tipo così. Legge il quotidiano locale, guarda i titoli su questa maxi operazione delle Fiamme Gialle coordinate dalla Procura del capoluogo sannita: 118 indagati, 3 detenuti in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 250 militari impiegati nelle operazioni, oltre 200mila euro in contanti sequestrati, imputazioni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. Par condicio, cosi l’hanno chiamata questa maxi retata. Dal latino significa parità di condizioni. E pensa ai suoi figli: uno lavora in una tavola calda, gli mancano due esami per laurearsi in economia. L’altro, laureato in legge, ha provato vari concorsi pubblici, qualcuno ancora lo bandiscono, ma niente. Ed è a casa. E legge, mast’Erminio, legge e si amareggia. Perché 8 pubblici ufficiali, secondo la Procura di Benevento, favorivano alcuni candidati per far vincere loro il concorso per diventare vigile del fuoco, poliziotto, carabiniere o finanziere.

Dietro pagamento di laute tangenti. Le domande arrivavano fresche fresche su chiavette (pen drive) per i candidati: un sistema apparentemente infallibile. Si parla di una cinquantina di episodi di corruzione sistematica. E mica pubblici ufficiali qualsiasi: un viceprefetto dirigente del Ministero dell’Interno a Roma, tre funzionari dei vigili del fuoco a Benevento e a Venezia, un carabiniere, un finanziere e un poliziotto. Al funzionario del Viminale hanno trovato 45mila euro in contanti nascosti nel battiscopa di un mobile della cucina di casa, a Roma. In un armadietto del dipartimento sannita dei vv.ff. in un borsone con tanto di nome hanno trovato altre banconote per 156mila euro. A casa del figlio di un funzionario in pensione altri 35mila euro. A questo punto un dubbio s’ affaccia prepotente nella mente del nostro Erminio Suossio: “Ma vuo’ vedè che ‘cca l’unico pepe song’io?” (pepe è parola beneventana non proprio elogiativa, ndr). E meno male che mast’Erminio non ha letto le intercettazioni! Altrimenti sai che sangue amaro si sarebbe fatto! Ad esempio due degli indagati parlano tra loro al telefono. Uno degli indagati parla di soldi da versare per avere il mitico “posto fisso” e dice: “Io ho fatto un patto, normalmente senti a me questi ti chiedono l’anticipo, ma poiché io con questo sono amico, lo conosco, non si è permesso: ci possiamo aspettare che lui mi dice dopo una settimana che dobbiamo ringraziare delle persone, poi ti dico prendiamo 7-8-mila (euro, ndr) e glieli portiamo… per farti capire che quando ce lo chiedono non possiamo fare aspettare!”.

Cioè anche la tangente conosce il trattamento, l’attenzione per la persona amica o conosciuta. Altri due indagati parlano tra loro dei candidati da segnalare: “Subito la lista tutti quanti… ma tu ora quanto ci vuoi chiedere?” domanda il primo. E il secondo risponde: “Io ho detto sempre che oscilla tra 18 e 22 (cioè 18mila e 22mila euro), possiamo cercare 20”. La risposta è immediata: “Fai 20… 5 li diamo a lui (una persona facente parte dell’organizzazione accusata di “truccare” i concorsi, ndr). Altre questioni riguardano la rateizzazione per il pagamento delle tangenti. Parlano colui che appare come un aspirante vincitore e un uomo della “banda dei concorsi”. Dice il primo: “L’altra volta dicemmo al volo le tre tranche, e non dicemmo niente…”. Il secondo risolve ogni dubbio: “La prima tranche 9, la seconda 5 e la terza 5; la seconda la facciamo quando arriva la convocazione (per le prove del concorso, ndr), la terza la facciamo dopo 3 mesi”. L’aspirante vincitore chiede rassicurazioni sull’iter del concorso: “Ma secondo voi com’è la situazione là, non si sa ancora niente?”. L’uomo dei concorsi lo rassicura: “Stanno chiamando pure i ricorrenti, la partenza tua dovrebbe essere a luglio, è tutto veloce perché a voi le carte le tengono, devono fare solo il decreto, poi la destinazione in base all’organigramma dei vincenti”. Insomma, provare per credere. Meno male che Erminio Suossio non ha letto queste cose.

Perché avere un figlio precario e uno disoccupato è già di per sé amaro. Ma sapere che altri piazzano i figli loro a pagamento, beh, questa è una cosa che non se ne scende nemmeno con un bicchierino di quel liquore giallo intenso, così famoso a Benevento… altro che par condicio!

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