"Abbandonati dalle istituzioni, aiutatemi a salvare mio figlio"

L'appello di un padre salernitano che chiede il riconoscimento della legge sui trapianti al figlio di 13 mesi in lotta con l'atresia biliare: "Ha diritto al sostegno economico della Regione, mi rivolgo al buon senso dei politici"

"Abbandonati dalle istituzioni, aiutatemi a salvare mio figlio"

"Abbandonati dalle istituzioni, aiutatemi a salvare mio figlio”. L’appello del salernitano Vincenzo Melchiorre, padre del piccolo Francesco Pio, diretto alla Regione Campania affinché garantisca al figlio di appena tredici mesi, i fondi necessari ad affrontare le cure ed a cui ha diritto per effetto del decreto ministeriale che sostiene le spese mediche dei lungodegenti. Fondi che però, per il momento, non si sono ancora sbloccati.

Francesco Pio è affetto da atresia delle vie biliari, sindrome che colpisce un neonato ogni ventumila e di cui ancora non si conoscono le cause. Le speranze per il piccolo sono affidate a un trapianto di fegato per cui, come rivela il papà, è in lista di attesa a Torino. I tempi, però, sono lunghi: Francesco dovrà rimanere in Piemonte per almeno sei mesi. E vivere così lontano da casa, per tanto tempo, rappresenta una spesa enorme per la famiglia. Finora la mobilitazione dei cittadini, di associazioni, forze politiche e sociali e dei tifosi della squadra di calcio della Salernitana ha consentito di racimolare i soldi che hanno consentito al piccolo di poter giungere a Torino e iniziare il percorso di cure. Ma c’è una legge che garantisce il sostegno economico. E ora il papà fa un accorato appello affinché la burocrazia si dia finalmente una mossa.

“Mio figlio è in attesa di trapianto a Torino, affetto da atresia delle vie biliari, tma in totale abbandono delle istituzioni. Chiediamo l’applicazione di quanto previsto dal decreto ministeriale recepito dalle normative regionale, e in Campania, dal Burc del gennaio 2009. Francesco Pio deve rimanere qui per almeno sei mesi, è perciò un lungodegente e in quanto tale ha diritto al mantenimento giornaliero per lui e la mamma così come previsto dalla legge. Aspettiamo il trapianto ma ci sentiamo abbandonati. La situazione è drammatica: abbiamo il bimbo malato e tantissime spese. Se la norma venisse attuata, non avremmo nessun problema a far fronte a queste esigenze.

Mi rivolgo al buon senso dei politici, mio figlio ha bisogno di aiuto fisico ed economico e c’è una legge che lo tutela e che deve essere applicata ma che ad oggi non gli è stata riconosciuta. Il mio appello è affinché la sua voce raggiunga le istituzioni”.

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