Agente penitenziario aggredito e preso a morsi da un detenuto

L'aggressore, un italiano 43enne, sarebbe affetto da epatite C. Il sindacato: "Così non è più possibile lavorare"

Agente penitenziario aggredito e preso a morsi da un detenuto

Una prognosi di 7 giorni. Tanto è costata ad un agente penitenziario l'aggressione di un detenuto nel carcere Marassi di Genova.

La vicenda

Secondo quanto riferito dal segretario regionale del sindacato Uil Pa della polizia penitenziaria, l'uomo, un italiano di 43 anni, avrebbe prima cercato di infilzare l'agente con un pezzo di ferro di circa 40 centimetri. Poi, non essendo riuscito nel suo intento, l'avrebbe morso violentemente. I colleghi hanno trasportato l'agente ferito all'ospedale San Martino di Genova, dove i medici lo hanno medicato e gli hanno assegnato una prognosi di 7 giorni. L'episodio è avvenuto nel centro clinico del penitenziario, dove era rinchiuso il detenuto, affetto da epatite C, malattia trasmissibile per via ematica. La segreteria regionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) ha riferito che l'aggressore, costretto su una sedia a rotelle, "è andato in escandescenza inveendo contro il personale e demolendo con le braccia una postazione di servizio del piano detentivo". Solamente l'intervente immediato dei poliziotti ha evitato ulteriori danni e ha scongiurato il rischio che "il detenuto potesse arrecarsi dei danni fisici". Sono ora in corso ulteriori indagi, per ricostruire la vicenda e capire come abbia fatto il 43enne a procurarsi l'arma con cui ha tentato di colpire l'agente.

Il sindacato: "Siamo alla frutta"

"Così non è più possibile lavorare", ha affermato ad Agi Fabio Pagani, il segretario regionale della Uil Pa penitenziari, dopo essere venuto a conoscenza dell'aggressione al Marassi di Genova. Inoltre, secondo Pagani, in quell'Istituto di detenzione, "l'amministrazione penitenziaria fa di tutto per aggravare le condizioni, già molto penalizzanti, del lavoro". Infatti vengono continuamente aperti nuovi reparti, "senza l'assegnazione di alcuna unità di rinforzo. È sin troppo facile recuperare spazi e posti letto riversando solo sulla polizia penitenziaria carichi di lavoro insostenibili e fattori di rischio per l'incolumità personale". Pagani sottolinea che al Marassi sono presenti circa 700 detenuti, contro una capienza massima di 456 persone.

"Siamo alla frutta- aggiunge il Sappe regionale- non passa giorno che Marassi è teatro di eventi critici che aggravano la condizione di lavoro del personale di servizio. È giunto il momento di rivedere il sistema penitenziario della Liguria ormai senza provveditorato regionale e impoverito nella gestione". In pochi giorni, infatti, in Liguria si sono verificate 3 evasioni e un'aggressione: fatti che "devono far ragionare sulle modalità di concessione dei loro permessi e sui controlli da effettuare". I detenuti evasi, infatti, non sono più tornati, mentre erano fuori dal carcere in permesso premio.

Il sindacato ha infine chiesto che il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, "proponga un nuovo modello organizzativo

delle carceri liguri oggi articolato su sei istituti che gestiscono quasi 1500 detenuti dei quali quasi la metà sono a Genova Marassi in una regione dove ancora nulla si sa del carcere di Savona chiuso da 5 anni".

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