Più che il Fertility Day, serve il Money Day, se proprio si vuole continuare con il vizio devastante di usare parole d'ordine in inglese, come se la nostra lingua non fosse in grado di aprire porte e menti. Dire a una popolazione di fare figli senza darle la possibilità di crescerli - senza l'ansia di nutrirli, accudirli, andare in buone scuole - è come raccomandare a qualcuno di buttarsi in mare senza preoccuparsi se sappia nuotare.
La settimana scorsa ero in Canada, grande trenta volte l'Italia, con poco più della metà della popolazione. Ho incontrato parecchi dei nostri «cervelli in fuga», che sono poi ragazzi preparati, colti, ai quali l'Italia non offre uno sbocco professionale né uno straccio di speranza di poterlo trovare. Hanno tutti ottenuto un buon lavoro semplicemente inviando un curriculum apprezzabile, e non soltanto il lavoro: le coppie con figli piccoli, anche se nati in Italia, ricevono 500 dollari canadesi al mese (343 euro) per ogni bambino. Più una serie di benefici per mamme lavoratrici e asili dove puoi mandare i piccoli senza la paura che «educatori» frustrati e malati di testa te li massacrino di botte o di incompetenza.
In Germania, e in molti altri Paesi dove lo Stato assiste chi ha figli, i figli nascono senza bisogno di fare campagne. Quella inaugurata dal nostro ministero della Sanità ha lo scopo di scoprire nientemeno che il «prestigio della maternità», proprio come se nessuno di noi avesse avuto una mamma e non le avesse voluto bene; come se i giovani, anche gli ultratrentenni, non facessero figli perché preferiscono giocare a golf e andare in discoteca; come se il primo problema che si presenta a una coppia non fosse assicurarsi un tetto da mettere sulla testa del neonato. Date speranza al Paese, e i figli arriveranno.
Ma la «Signora Minù», su Twitter, scrive: «Volevo dire a chi ha inventato il #fertilityday che sono stata licenziata appena sono rimasta incinta e mai più assunta perché ho un bimbo». Questi sono i veri problemi, non la sterile polemica su una campagna che ricorderebbe quelle fasciste del «dare figli alla patria». Purtroppo quel dare figli alla patria significava anche fornire carne da macello per guerre future: ma purtroppo non la ricorda anche perché allora le sovvenzioni alle famiglie numerose arrivavano davvero.
Infine un pensiero «solidale», come si usa dire, alle donne, per quel manifesto oltraggioso che recita «La bellezza non ha età. La fertilità sì». Il messaggio, neanche tanto subliminale, è «Pensate solo a scopare perché siete giovani e belle, ma ve ne pentirete». Le donne sono belle sempre e comunque, a qualsiasi età, con o senza figli. Soprattutto, una donna bella è una donna che può scegliere.
Giordano Bruno Guerri
@GBGuerri
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