Allarme Isis in Italia, gli 007: ​"Pronti nuovi attacchi"

È massima allerta in tutta Europa per attacchi terroristici. Italia nel mirino dei jihadisti dell'Isis: capitale blindata in vista delle celebrazioni del Trattato di Roma

Allarme Isis in Italia, gli 007: ​"Pronti nuovi attacchi"

Gli 007 europei sono in massima allerta: con la disgregazione del sedicente "Stato islamico", si teme che i foreign fighters rientrino nell'Unione con l'obiettivo di colpire.

E l'Italia non è affatto fuori pericolo. I nostri vertici della sicurezza nazionale sono convinti che il terrorismo jihadista colpirà anche da noi. Forse non con un attacco su larga scala, ma i segnali mostrano che sono presenti sul nostro territorio aspiranti kamikaze privi di armi ma capaci di usare qualunque strumento per cercare di uccidere: un coltello, un auto, un camion.

Per questo motivo sono aumentate le misure di sicurezza: ottomila soldati presidiano piazze e monumenti, agli agenti è stato chiesto di girare sempre armati, anche quando sono fuori servizio ed è stata rafforzata l'attività di controllo sul territorio, a qualunque ora.

In particolare, sono state potenziate le misure di sicurezza in vista delle celebrazioni del Trattato di Roma, che si terranno il prossimo weekend nella capitale, alla presenza dei capi di Stato della Ue. L'intelligence europea è convinta che l'Isis tenterà il colpo di coda, con le due capitali di Raqqa e Mosul prossime alla caduta, e le celebrazioni a Roma potrebbero rappresentare una ghiotta occasione per i jihadisti.

Non per niente, gli stessi vertici del Califfato invitano ripetutamente gli aspiranti jihadisti europei a non partire, ma anzi di concentrare i loro sforzi per realizzare attentati in seno all'Europa: "Bisogna seminare la morte in Occidente, dovete ucciderli lì dove vi trovate". Anche perché, come scrive La Repubblica, dalla scorsa estate i viaggi di volontari del jihad verso il Medio Oriente sono diventati pressoché impossibili e la frontiera turca è stata sostanzialmente chiusa.

Al contrario, sono in aumento le segnalazioni di reduci dalle battaglie in Iraq e Siria che cercano di rientrare in Europa, passando soprattutto per i balcani. Non si tratta però di combattenti sconfitti che si sono pentiti della strada intrapresa, anzi sono uomini addestrati da mesi di guerra che si credono ancora impegnati in una missione di fede senza scadenze e quindi sono pronti a tutto.

Poi ci sono le cellule rimaste nascoste in Europa.

E a ogni attentato, come l'aggessione all'aeroporto di Parigi, viene analizzato dalle intelligence dell'Unione per ricostruire qualunque possibile contatto con la ragnatela radicale che comunica sul web o si affida a predicatori itineranti.

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