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Allarme pronto soccorso, carenza personale in estate

Un profilo allarmante quello dei pronto soccorso italiani, che nel periodo estivo troveranno una carenza importante di personale a causa di piano ferie e scarse risorse sanitarie

Allarme pronto soccorso, carenza personale in estate

Un problema che si ripete anno dopo anno quello dei pronto soccorso italiani che, a causa dei piani delle ferie e della scarsità di personale si troveranno a dover affrontare un'estate bollente

Adnkronos Sanità ha lanciato l'allarme, raccogliendo le dichiarazioni di Sandro Petrolati coordinatore della Commissione emergenza Anaao-Assomed che dice:"E' un dato che emerge dopo un confronto con alcune realtà del territorio, dal Nord al Sud, confermato anche dal presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu). Ormai da qualche anno nel periodo dal 15 giugno al 15 settembre c'è carenza di personale medico, con conseguenze molte negative sul servizio. Non basta sostituire questi operatori con contratti atipici o a gettone, queste sono soluzioni non auspicabili per tamponare criticità nell'emergenza-urgenza".

Il caldo e il sovraffollamento delle sale d'attesa degli ospedali, a causa dei continui rinvii e della lentezza nel servire i pazienti, potrebbero portare a situazioni critiche all'interno dei complessi. Le aggressioni al personale sanitario in estate avvengono molto più spesso di quanto non succeda in altri periodi dell'anno:"C'è la sensazione che più passano gli anni, più il problema aumenta - continua Sandro Petrolati- I motivi sono molteplici e spesso complessi: dalla riduzione dei posti letto nei reparti, al blocco del turnover e alla mancanza strutturale di medici perché i colleghi vanno in pensione. Ma è chiaro che, di fronte a situazioni al limite, ci troveremo nella necessità di mandare qualche paziente a casa. Anche perché ormai l'estate non è più periodo del calo fisiologico di accessi ai pronto soccorso, come qualcuno ancora pensa. Roma, Milano, Palermo, Napoli non si svuotano più ad agosto, e il Dea rimane l'unico presidio sanitario aperto. Con l'aumento dei pazienti anziani e cronici, stiamo diventando - lo dico con un paradosso - come i supermercati dove in estate l'anziano, lasciato solo da chi lo accudisce durante l'anno, cerca refrigerio e compagnia".

Il problema tracciato dall'esperto è anche un altro, purtroppo sono sempre meno i giovani ad uscire dalle scuole e i specializzati nel poter operare all'interno dei pronto soccorso sono sempre meno. Petrolati li definisce "una goccia in mezzo al mare del fabbisogno". La battaglia è da sempre portata avanti su più fronti, la richiesta di implementare le borse di studio per questa tipologia di specialistica è stata consegnata da molto tempo sul tavolo del governo dallo stesso Simeu.

Prosegue Petrolati, andando a toccare l'argomento ticket sanitari:"Mentre sul pagamento del ticket per le prestazioni non di urgenza al pronto soccorso. Ci sono Regioni che lo fanno pagare con molta attenzione, perché pensano possa essere un deterrente per l'uso inappropriato del pronto soccorso. Altre non lo fanno con la stessa attenzione, preoccupate dei contenziosi. E spesso i codici bianchi vengono cambiati di colore, falsando i dati.

Così - conclude - è del tutto inutile" conclude.

Il sindacato dei medici Anaao l'anno scorso fece emergere da un'indagine che, a causa dei tagli ai letti, le attese al pronto soccorso per pazienti in attesa di essere ricoverati potevano protrarsi anche per 60 ore.

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