Allevamento decimato dai lupi nell'Imperiese, allarme di Coldiretti

Un allevamento è stato decimato dai lupi nell'Imperiese. A lanciare il grido di allarme è Coldiretti. Gli attacchi sono aumentati dal 2015 ad oggi in tutta la Regione Liguria e le categorie chiedono di non sottovalutare il fenomeno

Allevamento decimato dai lupi nell'Imperiese, allarme di Coldiretti

E' allarme lupi in tutta la Liguria, specie in provincia di Imperia, dove negli ultimi giorni alcuni branchi hanno attaccato e sbranato una decina di bovini che pascolavano sul monte Frontè, nelle Alpi Liguri. A scendere in campo è direttamente la Coldiretti di Imperia, secondo le cui stime, dal 2015, gli attacchi del lupo - proveniente dall'Appennino e troppo spesso scambiato per cane selvatico - sono aumentati in tutta la Regione.

"Colpiscono principalmente gli esemplari ovini e caprini delle aziende agricole - spiegano il presidente e il direttore di Coldiretti Imperia, Gianluca Boeri e Domenico Pautasso - ma non di rado, come in questo caso, approfittano della mandria al pascolo, colpendo specialmente i vitelli e causando gravi perdite sia economiche che in termini di produzione futura".

A farne le spese, in questo caso, è stato l'allevamento di Agostino Raviolo, proprietario di circa duecento capi di razza piemontese, che come ogni anno si è recato sulla cima del monte.

"Solo negli ultimi giorni l'azienda ha perso circa dieci vitelli e purtroppo gli attacchi continuano - proseguono i due vertici di Coldiretti -. Di alcuni animali non sono stati ritrovati i resti, quindi non potrà neppure essere percepito l'indennizzo. Quest'azienda, come altre della zona, versa in una grave e oggettiva difficoltà in quanto ad aggravare la situazione, si aggiungono spesso casi di cattiva burocrazia, con ad esempio intoppi e ritardi di finanziamenti sul Psr Ambientale".

Secondo Coldiretti: "Gli allevatori come Agostino sono arrivati al limite della sopportazione, non si può far finta che il

problema non ci sia e bisogna trovare delle soluzioni immediate per evitare che molte zone dell'entroterra vengano abbandonate con tutte le gravi conseguenze economiche, paesaggistiche e ambientali che ne deriverebbero".

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