"Truffa aggravata": cosa rischia ora Malika

Il Codacons ha deciso di presentare un esposto alle procure di Firenze e Milano contro Malika Chalhy per fare chiarezza sull'utilizzo delle donazioni

"Truffa aggravata": cosa rischia ora Malika

Non sembra destinato a scemare il clamore attorno a Malika Chalhy, la ragazza allontanata di casa dalla famiglia islamica perché lesbica. Nei giorni scorsi un'intervista rilasciata dalla giovane a Selvaggia Lucarelli ha scatenato la polemica perché, per sua stessa ammissione, con i soldi di una donazione aperta in suo favore per aiutarla a ricostruirsi una vita lontano da casa, ha comprato un Mercedes e un cane di razza. Tante le critiche a livello morale per Malika, accusata da più parti di aver strumentalizzato la sua triste vicenda per un tornaconto personale, approfittando della buona fede di chi, invece, quei soldi li ha donati con cuore per aiutarla a studiare, prendere una casa e avere l'autonomia finché non avesse trovato un lavoro. Il Codacons ha deciso di vederci chiaro e ha annunciato che presenterà un esposto alla procura di Firenze per "possibile truffa aggravata".

Dall'inizio della pandemia, il Codacons ha denunciato a più riprese pratiche non chiare nelle iniziative benefiche online e anche sul caso di Malika ha deciso di intervenire per fare luce su una questione dai contorni offuscati. "La vicenda di Malika dimostra ancora una volta come nel settore regni l’anarchia: chiunque può chiedere soldi ai cittadini attraverso piattaforme come Gofundme, ma poi non c’è alcun controllo sulla reale destinazione dei soldi raccolti, e le stesse società che ospitano le campagne di solidarietà declinano qualsiasi responsabilità per eventuali usi non conformi dei fondi donati dai cittadini", ha dichiarato il Codacons in una nota.

Quindi, l'associazioni dei consumatori ha annunciato: "Sul caso di Malika Chalhy abbiamo deciso di presentare un esposto alle procure della Repubblica di Milano e Firenze, affinché avviino una indagine sulla vicenda alla luce della possibile fattispecie di truffa aggravata, accertando i fatti e le relative responsabilità anche nei confronti dei gestori delle piattaforme che ospitano le raccolte fondi, per omissione di controllo e concorso in eventuali reati che saranno ravvisati".

In particolare, a chi ha donato per Malika non è andato giù che la ragazza abbia speso 17mila euro per acquistare una Mercedes e 2.500 per acquistare un cane di razza carlino, che davanti alle rimostranze è stato definito "bene di prima necessità".

In tanti si sentono presi in giro per quanto accaduto e lei, invece di scusarsi, in un'intervista al Corriere della sera ha dichiarato: "Se i soldi mi sono stati donati, perché non vi va bene niente di quello che faccio?".

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