Cronache

Un cane da 2.500 euro: così Malika sperpera i soldi della solidarietà

La ragazza aveva denunciato i genitori dichiarando di essere stata cacciata di casa perché aveva rivelato di amare una donna

Un cane da 2.500 euro: così Malika sperpera i soldi della solidarietà

È diventata popolare sui social network e in televisione dopo il suo racconto choc. Malika Chalhy aveva denunciato i genitori dichiarando di essere stata cacciata di casa perché aveva rivelato di amare una donna. Successivamente, aveva anche lanciato una raccolta fondi on line, ricevendo un bel mucchio di soldi. Il fratello di Malika, alla trasmissione Le Iene, ha parlato di circa 140mila euro, denaro che nelle intenzioni della ragazza dovevano servire ad aiutare le persone discriminate come lei. Gli eventi successivi, invece, hanno scatenato polemiche e malumori. Il web ha scoperto che la donna ha prima acquistato una macchina di lusso, una fiammante Mercedes, e poi ha comprato un cane di razza pagandolo ben 2.500 euro.

A quel punto sono scattate le reprimende sui social, anche perché in un primo momento Malika ha negato di aver comprato la vettura, affermando che fosse della compagna, per poi ammettere di aver effettuato l’acquisto intervistata da Selvaggia Lucarelli per Tpi. La giovane Toscana, che si è trasferita a Milano, non si è fermata alla macchina di lusso e con i soldi della campagna on line ha preso un bulldog costoso. Ad essere sorpreso è stato proprio chi quel cane lo ha venduto a Malika. Al quotidiano Il Tempo ha commentato: “In principio non l'avevo riconosciuta, ha comprato il bulldog più caro, pagandolo con due bonifici”. La ragazza si è recata in negozio con la Mercedes di lusso e ha chiesto riservatezza al commerciante.

Dopo il racconto della ragazza, a suo dire discriminata e minacciata dai familiari perché omosessuale, la Procura di Firenze aveva aperto un'inchiesta. Malika aveva infatti denunciato “di essere stata cacciata dalla sua famiglia perché lesbica”. E dopo il coming out le nuove minacce: “Se torni ti ammazziamo, meglio il carcere che una figlia lesbica”. Da quel momento è partita la gara di solidarietà sul web per aiutare la giovane donna a rifarsi una vita lontano dai suoi presunti carnefici e sono arrivati tanti soldi.

La stessa Malika, prima che esplodessero le polemiche, aveva ringraziato i suoi sostenitori, chiedendo di non prendersela con i suoi genitori e anticipando che avrebbe aiutato con quel denaro le persone sfortunate come lei.

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