Cronache

"Anche questo è femminicidio", il flash-mob delle leghiste con il velo

Un gruppo di giovanissime militanti della Lega ha fatto irruzione in consiglio comunale a Fiumicino con la testa velata e al grido di: "Anche questo è femminicidio"

"Anche questo è femminicidio", il flash-mob delle leghiste con il velo

“Annientare l’identità femminile con il velo: anche questo è femminicidio”. Ecco il ragionamento che ha spinto un gruppetto di giovanissime camicie verdi a presentarsi in consiglio comunale con l’hijab.

È successo mercoledì scorso alle porte di Roma, nel Comune di Fiumicino, già finito sotto ai riflettori per il caso dei crocifissi mancanti dalle aule di una scuole elementare. Quel giorno il consiglio era riunito proprio per parlare di violenza contro le donne e allora, spiega Giorgia, 23 anni, portavoce delle ragazze, “abbiamo deciso di sollevare la questione a mondo nostro”.

Una provocazione, quindi? “No – ribatte sicura – direi piuttosto un esperimento che è servito anche a noi”. “Indossare, anche solo per poco tempo il velo, ci ha provocato un senso di soffocamento e prevaricazione – continua Giorgia – che ci ha avvicinate ancora di più alle tante ragazze della nostra età che sono obbligate dalle loro famiglie o dai loro mariti a sentirsi così tutti i giorni”. Dovevano provare le stesse cose anche Sana e Hima che si sono ribellate ed hanno pagato la loro voglia di vivere all’occidentale con la vita.

Insomma, se per le femministe di Non una di meno il femminicidio è una questione di genere, per le ragazze di Fiumicino “c’è molta ipocrisia su questo argomento e il problema è culturale”. “So che non è politicamente corretto da dire – prosegue Giorgia citando alcuni fatti di cronaca che l’hanno scossa – ma con le migrazioni sono arrivate in Italia persone cresciute in contesti dove i diritti delle donne vengono calpestati”.

A raccogliere le istanze delle ragazze ci hanno pensato i consiglieri della Lega Vicenzo D’Intino e Stefano Costa. Sulla falsa riga di quello che già accade nel Comune di Sesto San Giovanni, infatti, i due esponenti del Carroccio hanno annunciato di aver “protocollato una mozione che impegna il sindaco a vietare l’ingresso negli uffici pubblici a chi indossa burqa e niqab”.

Ma l’eco dell’iniziativa delle giovani leghiste è arrivata sino a Palazzo Madama.

“Ricordare in ogni occasione che siamo una nazione fondata sul diritto e sull’uguaglianza non è mai vano”, hanno dichiarato i senatori del Carroccio William De Vecchis, componente della Commissione diritti umani, e Gianfranco Rufa, componente della Commissione parlamentare sul femminicidio.

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