Cronache

Un anno fa moriva Ermes Mattielli: "Vittima dei ladri e dello Stato"​

Oggi il primo anniversario dalla morte di Ermes Mattielli, morto dopo l'assurda condanna a 5 anni di carcere e 135mila euro di risarcimento per aver sparato a due ladri rom entrati nella sua ricicleria

Un anno fa moriva Ermes Mattielli: "Vittima dei ladri e dello Stato"​

È passato già un anno da quel 5 novembre del 2015 quando morì Ermes Mattielli. Il rigattiere di Scalini (Vicenza) era stato condannato dal Tribunale a 5 anni e 4 mesi di carcere e 135mila euro di risarcimento per aver ferito a colpi di pistola due ladri rom che si erano introdotti nella sua ricicleria. Una vittima trasformata in carnefice da una giustizia che troppo spesso tutela i delinquenti e castiga gli onesti.

Oggi pomeriggio il comitato Prima Noi, che è stato al fianco di Ermes durante tutta la sua battaglia legale, ha deposto un mazzo di fiori e una targa in ricordo di Mattielli. (GUARDA IL VIDEO) "Siamo stati al cimitero per visitare la sua tomba - afferma Alex Cioni, il portavoce del comitato - e davanti alla casa dove viveva le sue giornate". Dopo un anno, l'attenzione mediatica si è spenta, ma non il ricordo di chi gli è stato vicino. "Noi vogliamo ricordare la figura di un uomo - continua Cioni - che si è trovato suo malgrado a dovere affrontare una battaglia sulla legittima difesa che riteniamo non possa finire del dimenticatoio. Anzi, nel ricordare Ermes Mattielli, intendiamo risollevare una questione che oggi rimane, spenti i riflettori, nei cassetti della politica che deve assumersi le proprie responsabilità legiferando in modo da tutelare le vittime e non i delinquenti. La sua storia merita di essere ricordata proprio per evitare che drammi simili tornino nell'agenda politica dei partiti solo per rincorrere un fatto di cronaca nera sottoposto ai riflettori dei media".

La vicenda di Ermes

Era il giugno del 2006 quando Ermes Mattielli, lavoratore inabile, usò la sua calibro 9 e scaricò l'intero caricatore - 15 colpi - contro due nomadi, ferendoli. Erano entrati nella sua ricicleria di Arsiero armati di spranga per portargli via il rame. Non era il primo furto che riceveva. "Approfittavano dei miei problemi fisici - aveva detto nella sua ultima intervista a ilGiornale.it - e per questo mi avevano trasformato in un bersaglio. Non ne potevo più". Dopo un lungo percorso giudiziario, i giudici decretarono per la sua colpevolezza: cinque anni e quattro mesi di reclusione per duplice tentato omicidio dei nomadi Blu Helt, allora 28enne, e Cris Caris, 22 anni al tempo dei fatti. Inoltre il Tribunale stabilì un risarcimenti di 135mila euro di provvisionale.

Il rigattiere quei soldi non li aveva. "Derubato di notte e deriso dalla giustizia di giorno", amava ripetere. Poi il 1 novembre scorso, anche a causa dallo stress per una vicenda giudiziaria assurda, Ermes venne ricoverato per un infarto. Dopo quattro giorni morì nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso.

Oggi, ad un anno dalla morte, di fronte alla sua casa rimane un mazzo di fiori, una targa e un enorme murale.

Due sole parole: "Ciao Ermes".

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