Prendere sul serio Antonio Ricci, padre padrone di Striscia la notizia, del Gabibbo e per anni compagno di merende di Beppe Grillo, sarebbe un po' come credere alla Befana. Ma questa settimana al primo posto dei «Nuovi mostri» (la rubrica cult di Striscia) vedrei comunque bene lui, il fondatore. Che come tutti i dissacratori - categoria a noi simpatica - quando si prendono sul serio cadono nel ridicolo, perdono la verve e diventano patetici. L'altro giorno, presentando i nuovi conduttori del programma, Antonio Ricci ha detto di «aver voluto dare fuoco a Claudio Baglioni con una Molotov», perché anni fa, «con la sua maglietta fina» piaceva tanto «ai fascisti di La Russa e Gasparri» mentre lui era sulla sponda opposta, quella di Paoli, Guccini e De Andrè (cioè era comunista).
E che oggi Baglioni non lo brucia solo per evitare i fumi tossici del botulino che gli riempie la faccia.
Come noto, Claudio Baglioni, il grande Claudio Baglioni, da martedì condurrà il Festival di Sanremo, salutare pausa di una noiosa campagna elettorale, e quello di Ricci non è certo un benvenuto. Dicono che Ricci sia cattivo, veramente cattivo, al punto che nessuno osa criticarlo temendo la sua vendetta. Io penso che non sia cattivo. Come tutti i comunisti è sicuramente più furbo che cattivo, tanto è vero che La locomotiva di Guccini, colonna sonora della sua giovinezza rivoluzionaria, l'ha dirottata sì, ma non sul binario che porta al martirio. Ha preferito quello che porta ad Arcore, dove a Mediaset ha trovato, nel mondo cantato da Baglioni, successo e ricchezza. È vero, Ricci ha dentro di sé qualcosa di rivoluzionario (Striscia ne è la prova) ma è come se Fidel Castro avesse scelto di invecchiare nello staff della Casa Bianca. Claudio Baglioni è sicuramente più coerente, bravo e, cosa insopportabile per il compagno genovese Ricci, ricco. Baglioni ha cantato alla grande l'amore, che per quanto ne dica l'invidioso Ricci, non è di destra né di sinistra. Guccini ci ha fatto due maroni così su sciagure e su ideologie che si sono dimostrate noiose, pericolose e fallimentari, tanto che financo Ricci se ne è dato a gambe levate.
Un consiglio non richiesto: caro Ricci, goditi Sanremo, ascolta Baglioni che è un grande e rilassati.
Che il Tapiro, se tu non fossi un despota e i tuoi collaboratori uomini liberi, sarebbe in agguato anche per te.
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