Cronache

"Basta carovane di auto", l'Islanda chiude il turismo delle aurore boreali

Il problema sarebbe quel turismo che spesso si butta in strada senza sapere cosa significhi guidare di notte, col ghiaccio e con il clima avverso soltanto per vedere l'aurora boreale

"Basta carovane di auto", l'Islanda chiude il turismo delle aurore boreali

La polizia dell'Islanda è sconcertata dal numero di turisti che ogni anno muoiono a causa di incidenti stradali perché persone impreparate prendono la macchina e guidano di notte con ghiaccio e neve

"Sulle nostre strade muoiono più turisti che isolani: scegliete i tour guidati", il monito arriva direttamente dal corpo di polizia islandese che sta iniziando a preoccuparsi visto che quest'anno i turisti morti a causa di incidenti stradali sono maggiori degli isolani. Dopo essersi lamentata degli "Ecotour" l'Islanda ora se la prende con i turisti che, arrivati sull'isola, noleggiano la macchina guidando per ore e ore su strade rese pericolose da ghiaccio e neve soltanto per riuscire ad avere la fortuna di vedere l'aurora boreale. Se non si è esperti di guida in queste condizioni è raccomandabile rinunciare. Durante il periodo delle "nothern lights" quest'anno l'isola ha subito un boom di visite incredibili raggiungendo anche i numeri dell'alta stagione estiva, e questo però mette in pericolo le vite sia dei residenti che dei turisti stessi.

I dati di Repubblica riferiscono che nel 2017 sono stati 2,2 milioni di turisti estivi che hanno invaso il paese dei vulcani contro i 1,25 milioni del 2015. E se si guardano i dati invernali mettono paura, visto che quest'anno sono stati 732mila le persone che hanno raggiunto l'Islanda tra dicembre e gennaio alla ricerca dell'aurora boreale e delle stazioni termali. Il meteo del piccolo stato è soggetto a cambiamenti repentini, nel giro di 5 minuti possono arrivare improvvise tempeste che possono spazzare via tutto e quindi le autorità stanno iniziando a preoccuparsi che chi intraprende questa tipologia di viaggio possa rimetterci la vita.

"Tra i 18 morti negli incidenti stradali del 2018 9 erano turisti stranieri alla guida o in macchine condotte da ospiti. A conferma di un trend che va avanti dal 2017, quando addirittura, per la prima volta, il numero dei turisti internazionali deceduti in incidenti stradali ha superato quello degli isolani" sono state le parole di Johannes Sigfusson dirigente della polizia di Akureyr che è la seconda città islandese più visitata dopo Reykjavik.

E se 18 vittime possono sembrare poco si devono leggere i dati in proiezione al numero di abitanti e grandezza territoriale: 18 vittime per il piccolo staterello equivalgono a quasi 3400 di un paese grande come l'Italia.

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