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Troppi e maleducati: Islanda contro gli eco-turisti

Incidenti stradali, campeggio selvaggio e vandalismi: Reykjavík bacchetta i viaggiatori cafoni

Troppi e maleducati: Islanda contro gli eco-turisti

«Oggi la causa principale degli incidenti sulle nostre strade sono le decisioni improvvise dei turisti alla guida di auto noleggiate, che improvvisamente inchiodano nel mezzo della carreggiata se vedono qualcosa di interessante». Così si sfogava su Facebook a fine dicembre l'impiegato di una compagnia che affitta autobus in Islanda. Il giorno prima uno dei loro mezzi si era rovesciato facendo una vittima e 3 ricoverati in terapia intensiva a Kirkjubæjarklaustur, nel sud dell'isola, dopo aver impattato contro una macchina di turisti che aveva svoltato all'improvviso per fermarsi in un punto panoramico.

Nel 2017 2,2 milioni di visitatori hanno scelto come meta delle proprie vacanze la «Terra del ghiaccio e del fuoco», 335mila abitanti in totale. Ciò significa che per ogni islandese ci sono quasi 7 turisti. Nel 2010 gli ospiti erano stati «solo» 500mila. I più numerosi sono gli statunitensi, ma stanno aumentando anche britannici, tedeschi, canadesi e francesi. E se da un lato proprio il turismo è stato fondamentale nel risollevare Reykjavík dalla crisi economica - nel 2008 sono fallite le tre banche principali -, dall'altro il richiamo delle bellezze naturali dal Paese sta causando più danni che benefici all'ambiente. E anche il governo, guidato dalla sinistra ecologista del Movimento Verde, sta prendendo i primi provvedimenti.

A inizio aprile un rapporto del ministero dell'Ambiente ha mostrato come parecchie delle attrazioni nazionali versino in condizioni pessime a causa del turismo incontrollato e troppo numeroso. Il «grande geyser» e le cascate di Skógafoss hanno da tempo raggiunto il loro limite massimo di tolleranza. In pericolo sono anche il promontorio di Dyrhólaey, le colonne di basalto di Dverghamrar e le cascate di Gullfoss, mentre in primavera il noto percorso escursionistico che parte da Reykjadalur è stato chiuso perché ritenuto troppo malmesso. Ma basta farsi un giro sui siti di turismo, tra consigli semi-seri e aneddoti impensabili, per leggere storie di camping incontrollato, con materassini srotolati nel bel mezzo di parcheggi o in proprietà private, o per vedere foto di Suv che si spingono ovunque, in barba alla vegetazione distrutta e alle multe per chi va fuori strada. In diversi punti turistici sono stati messi dei cartelli che pregano di non fare lì i propri bisogni, ma di cercarsi un bagno pubblico. Ma i risvolti dell'invadenza, e soprattutto dell'impreparazione, non sono sempre comici. Oltre agli incidenti stradali, che hanno subìto un'impennata anche a causa del moltiplicarsi delle auto a nolo (22mila già nel 2016), sono diversi i casi di annegamenti in mare o nei laghi, dove l'acqua gelida inibisce in fretta la capacità di nuotare. L'anno scorso aveva fatto scalpore il caso di una comitiva di inglesi recuperata costosamente per tre volte durante un'escursione nell'interno dell'isola.

Ancora prima un turista cinese era stato travolto e ucciso da un'auto mentre vagava distratto in mezzo alla strada nel tentativo di vedere l'aurora boreale.

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