Entri in taxi bianco ed esci in auto blu. La repubblica dei mezzi pubblici è durata un batter di ciglia, persino meno dell'incarico a Cottarelli. Per fortuna, aggiungiamo noi. Ieri la differenza tra campagna elettorale e politica è sfilata plasticamente sotto i nostri occhi, a bordo di quattro ruote. I ministri sono arrivati al Quirinale per il solenne giuramento con un taxi collettivo (avranno pagato alla romana? Chi pubblicherà per primo i rimborsi su Facebook?) e sono usciti in auto blu. Qualcuno a piedi, rigorosamente seguito dalla scorta. Perché la comparsata è finita. Spiace per i simpatici tassisti capitolini, che in questi lunghi 88 giorni di consultazioni hanno certamente registrato un incremento di illustri clienti e di popolarità.
Non è più il tempo dell'avanspettacolo per raccattare consensi. E anche il più feroce degli anticasta, una volta entrato e diventato egli stesso un'istituzione, deve rispettarne le regole. E, soprattutto, i protocolli di sicurezza. Il presidente del Consiglio - anche il più sciagurato o detestato - non rappresenta più solo se stesso, ma tutti noi. E prendere il taxi o l'autobus o muoversi a piedi con plotoni di uomini di scorta - come hanno fatto Fico e Conte - è solamente una sceneggiata che rischia di mettere tutti in pericolo. Un trucchetto di comunicazione politica già finito nello sgabuzzino del modernariato grillino. L'anticasta è diventata «casta» e deve avere il coraggio di ammetterlo. «La gente è la nostra scorta» è una baggianata con la quale infinocchiare qualche allocco. Ora deve cadere il velo del moralismo, dei francescani al potere. Adesso che sono entrati nella «scatoletta di tonno» non facciano i pesci in barile e provino a mantenere le loro promesse.
E bene ha fatto ieri il premier Conte a evitare il ridicolo ed arrivare al Quirinale su un'auto di servizio, opportunamente protetto dagli uomini delle forze dell'ordine. Ridicolo che era emerso quando era andato, la scorsa settimana, dal Quirinale a Montecitorio in taxi. Scena idilliaca di neo francescanesimo a Cinque stelle. Buona per essere ritwittata dalle macchine da consenso della Casaleggio Associati. Peccato che davanti e dietro all'autobianca ci fossero due grigissime berline di servizio. E dunque? Dov'è il risparmio?
La spending
review è una cosa seria e non può vivere solo di simboli. Più che tagliare scorte e auto blu pensino, come hanno promesso, a tagliare le tasse e - dopo averlo fatto con loro stessi - a mettere in sicurezza anche gli italiani.
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