Bergamo, preso tunisino clandestino: anni di violenze sulla compagna

Lo straniero, con una lista di precedenti alle spalle, è cugino di Arjoun Ezzedine, l’autore del brutale omicidio della ex compagna compiuto a Curno lo scorso 2 febbraio

Bergamo, preso tunisino clandestino: anni di violenze sulla compagna

È finito in manette a Curno (Bergamo) Arjoune Mohamed Amine, 26enne tunisino accusato di reiterati maltrattamenti in famiglia, minacce aggravate e lesioni nei confronti dell’ex compagna, una donna italiana di 23 anni.

Lo straniero, un clandestino, è personaggio ben noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti nel campo dello spaccio di sostanze stupefacenti e per reati contro il patrimonio e contro la persona. Si tratta inoltre del cugino di Arjoun Ezzedine, tunisino che lo scorso 2 febbraio uccise a coltellate la ex compagna Marisa Sartori, ferendo in modo grave anche la sorella, intervenuta in difesa della vittima.

La 23enne ha trovato il coraggio di denunciare il nordafricano dopo 2 anni di botte e vessazioni di ogni genere. Lo conobbe infatti nel 2016, e da allora ebbe inizio una relazione tormentata, fatta di continue violenze verbali e fisiche. Lo straniero non si poneva alcuno scrupolo a malmenarla anche davanti agli occhi della figlia di soli 3 anni, che l’italiana aveva avuto da una precedente relazione. Nel tempo la ragazza aveva interrotto più volte quel legame, ma altrettante erano state le riconciliazioni nei confronti dell’uomo, seguite alla promessa di un cambiamento mai in realtà mantenuta.

L’ultimo episodio, quello che ha spinto l’italiana a reagire, è avvenuto in occasione del capodanno, tra le pareti di un’abitazione alle porte di Bergamo. Dopo aver subìto delle percosse dal tunisino, la 23enne era stata da lui minacciata con un coltello, tra l’altro proprio dinanzi allo sguardo del cugino Arjoun Ezzedine.

Determinata a porre fine a quell’incubo, la vittima ha pertanto deciso di troncare definitivamente la sua relazione col nordafricano e di denunciarlo per tutte le violenze subìte. Dopo aver raccontato agli inquirenti quanto le era accaduto negli ultimi due anni, polizia e carabinieri hanno dato avvio a delle indagini congiunte, che hanno portato presto a reperire tutte le informazioni necessarie a confermare i racconti della 23enne.

Numerosi anche i referti ospedalieri e le certificazioni mediche che le erano stati rilasciati in seguito a ricoveri o controlli effettuati dopo le percosse subìte nel tempo.

Una volta acquisite tutte le prove necessarie, è stata finalmente emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni del tunisino, che si trova ora dietro le sbarre del carcere di Bergamo.

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