Cronache

Quei bimbi costretti a combattere come animali

Bambini di appena 8 anni costretti a fare a botte tra di loro in cambio di qualche soldo per volere dei ragazzi più grandi. Dove sono i genitori e la scuola?

Quei bimbi costretti a combattere come animali

L'ultima moda dei social tra i giovanissimi è la violenza. Una violenza vigliacca, però, dal momento che i protagonisti sono giovanissimi costretti a picchiarsi dai loro coetanei o da ragazzi più grandi per fare qualche views in più su Tik Tok.

Ecco quindi che le piazze, anche quelle virtuali, diventano un grandissimo Fight Club. Guai, però, a paragonare il film di Chuck Palahniuk e lo scantinato californiano con lo scempio social. Infatti, a differenza della pellicola dove oltre a esserci un messaggio metapolitico e una denuncia contro il consumismo di massa e al conseguente disagio della classe media, qui non c'è alcuna metafora. Nessuno scopo. Solo ragazzini privi di obiettivi e valori. Ti pago perciò tu fai a botte. Una semplicissima quanto terribile operazione dove sfortunatamente non c'è nessun significato nascosto. Solo una grande realtà: le scuole e le famiglie, a forza di continuare a dire sì pur di non sentire il piagnisteo di turno o di non vedere il muso lungo, stanno fallendo miseramente il loro compito pedagogico regalando all'Italia una generazione profondamente disagiata incapace di sognare e apprezzare la bellezza e la vita. Dove tutto ha un prezzo, per sino un cazzotto sul volto dell'amico, ma nulla ha valore.

I protagonisti

Junior ha 8 anni, ha origini africane ed è una giovanissima star di Tik Tok che grazie a un video in cui dice: "A me non piacciono i mangiapasta alla Sfera Ebbasta" ha riscosso un minimo di notorietà. Gira anche un altro suo video dove gli viene chiesto se picchierebbe suo padre per un milione di euro. La sua risposta: "Certo che lo farei fratello perché sono povero come la merda".

Il piccolo Junior, però, è stato protagonista a Rimini anche di una rissa con un suo coetaneo. Anche questo video è finito virale, non tanto per le botte che possono darsi due bambini ma per tutto il circondario che fa rabbrividire. Dei ragazzi più grandi, tra gli 11 e i 15 anni, in una piazza piuttosto affollata della località romagnola circondano Junior e iniziano a provocarlo su una virilità in anticipo sui tempi. Subito dopo cominciano a incitarlo a fare a botte con un altro ragazzino, anche lui giovanissimo, sconosciuto e che passa di lì per caso. I grandi rinchiudono in un ring immaginario i due bambini e iniziano ad urlare: "Picchiatevi! Picchiatevi!". E come in un incontro clandestino tra galli i due iniziano prima a spingersi, poi qualche pugno e più di qualche testata. Insomma, se colpiscono senza esclusione di colpi nonostante siano due sconosciuti e non avessero alcuna intenzione di picchiarsi con qualcuno fino a un attimo prima.

Le immagini oltra ad andare a ripetizione sui social, vengono mandate in onda su Raidue dal programma Ore 14. "Si tratta di un fight club per bambini - spiega Milo Infante, il conduttore - mai vista una roba del genere". A quanto pare fra gli under 14 sarebbe questa la nuova moda. A testimonianza di ciò, sempre durante Ore 14, viene fatto vedere un altro video. Questa volta le protagoniste sono due adolescenti apparentemente amiche. Accerchiate da coetanei maschi che chiedono loro di prendersi a pugni, a quanto pare eccitati dall'idea che due ragazze possano fare a botte, in cambio di denaro. "Dalle un pugno, dai ti do cinque euro", si sente nel video. E in un attimo la propria dignità viene barattata per qualche spicciolo. Tirate di capelli, colpi proibiti e a terra in un continuo rotolarsi fino a colpirsi i denti e le gengive. Oppure la rissa avvenuta a Cassino pubblicata da Rainews in cui le protagoniste, anche questa volta, sono donne. Sedie che volano e coetanei non particolarmente intelligenti che invece di fermare quanto sta accadendo si mettono a riprendere la scena per poi poterla pubblicare sui social.

Come viene scritto su Libero, qui è come nel Signore delle mosche di William Golding: gruppi di ragazzi rimasti soli su un'isola che regrediscono sempre di più fino ad arrivare allo stato primitivo e al disprezzo della vita umana.

Le conseguenze

L'aspetto peggiore della storia è che chi compie queste azioni, nella maggioranza dei casi, è completamente inconsapevole delle azioni che sta compiendo. Quando vengono fermati dalla polizia iniziano a piangere come bambini, quali sono d'altronde.

La redazione di Ore 14, riporta sempre Libero, ha fatto un esposto denunciando i fatti di Rimini alla Polizia postale di Milano che l'ha passata alla procura lombarda e di conseguenza è tornata ai colleghi di Rimini. A occuparsi della situazione è il vicequestore Lisa De Berardino.

L'obiettivo è evitare che ci siano altre challenge che possano avere situazioni ancora più devastanti.

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