Bitonto, tra campagna e degrado

Le campagne intorno a Bitonto: un "mare di ulivi" conservato grazie allo spopolamento. Ma l'esodo verso le città ha portato abbandono e degrado

Bitonto, tra campagna e degrado

La distesa verde argentea degli ulivi da lontano potrebbe sembrare un placido mare, appena scosso dal vento. La collinetta di Palo del Colle, con il bel centro antico e lo svettante campanile ricorda un'isola con un faro. Dal lato opposto del "mare di ulivi" lo stesso gioco ottico rende la splendida Bitonto con la sua famosissima cattedrale, un atollo medioevale pugliese.

Peccato che il "mare di ulivi" sia piuttosto trascurato. Se da una parte lo spopolamento delle campagne ha portato alla loro conservazione, dall'altra ha portato molto degrado (guarda le foto).

In queste zone ricchissime di masserie, un tempo fastose, la gente oggi preferisce vivere nei paesi e in case moderne di dubbio gusto. Così le antiche masserie hanno perso valore immobiliare. Se non abitate da fattori, le loro belle pietre lavorate, le sale affrescate, i pavimenti antichi diventano preda sistematica di bande di ladri organizzati che poi rivendono la refurtiva come pezzi di ricambio per le più ambite masserie del Salento. Eppure quelle del barese che vengono depredate non hanno nulla da invidiare a quelle dei vicini salentini. Il fatto poi che lo stato non aiuti economicamente i proprietari per tenerle in piedi e che i locali preferiscano vivere nei centri urbani le sta condannando a morte certa.

Essendo poi le campagne disabitate sono diventate il luogo perfetto dove smaltire illegalmente i materiali di risulta dei cantieri edili e di altre lavorazioni. Anche gli elettrodomestici sono ora parte del paesaggio come gli ulivi. Bisognerebbe proporre alla Sovrintendenza di tutelarli come i trulli.

Anche questi ultimi sono tenuti in pessimo stato, spesso pericolanti. Quello che resiste, con sorti alterne, è l'agricoltura. Ma anche qui i problemi non mancano, quando i prezzi si fanno più alti, bande di ladri arrivano notte tempo muniti di torce e depredano i raccolti. I coltivatori sono così disperati che sono costretti a pagare vigilantes che controllino i campi, ma anche così i furti sono all'ordine del giorno. Alcuni coltivatori diretti vegliano i loro campi di notte. Sembrano scene da Far West, ma sono la quotidianità del barese.

Eppure queste campagne sono quelle che ospitano l'aeroporto di Palese, il luogo in cui la maggior parte dei turisti arrivano in Puglia. Sono attraversate dal treno che porta da Bari a Matera, che dista solo 40 chilometri. Sono luoghi bellissimi, che dovrebbero essere almeno sfruttati turisticamente.

Ma quello che stupisce è il non amore degli abitanti stessi, che preferiscono vivere in brutti condomini, piuttosto che in masserie affrescate, che non protestano tutti i giorni per le discariche nelle campagne, che non curano più la terra che pur coltivano. Per fortuna ci sono alcune isole di resistenza, persone con una visione che hanno fatto rinascere masserie, senza l'aiuto dello Stato, ma sono ancora pochi titani in questo lembo di campagna pugliese.

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