Cronache

"Malati costretti a stare per ore nelle ambulanza davanti agli ospedali..."

Sono aumentate di circa il 30% le richieste di intervento al 118. ''Mancano risorse, ci servono rinforzi urgenti'', denuncia il direttore del Sis

"Malati costretti a stare per ore nelle ambulanza davanti agli ospedali..."

La curva dell'epidemia torna ad impennarsi ed è subito boom di chiamate al 118. Dopo l'allarme lanciato dai rianimatori circa la scarsità di posti letto nelle terapie intensive, adesso sono gli operatori del Pronto Soccorso sanitario a denunciare una situazione di pericoloso sovraccarico. ''Il sistema è sotto stress. La paura del contagio sta spingendo moltissime persone a rivolgersi ai nostri operatori'', fa sapere Mario Balzanelli, direttore del del Sis 118 (Società Italiana Sistema).

Centralini del 118 intasati

Che la seconda ondata sarebbe arrivata o che, come ha ben spiegato il dottor Zangrillo ''il virus sarebbe tornato a mordere'', lo si sapeva già. Ma che si rimpiombasse nell'incubo della scorsa primavera, con i pronto soccorso presi d'assalto e una condizione di panico generale, forse, non era stato messo da conto. E così, è bastato un balzo in avanti dei contagi per riproporre, al rewind, scene di un film visto appena qualche mese fa. Ma se la pressione sugli ospedali non desta particolari preoccupazioni - sono ancora sotto controllo - lo stesso non si può dire per il 118. Nelle ultime 48 ore, il centralino del numero di soccorso sanitario è stato raggiunto da una vertiginosa quota di chiamate da parte di persone, casi Covid sospetti o conclamati, che tentano di accedere agli ospedali rivolgendosi agli operatori del Sis. ''Basta un quadro febbrile minimo ad allarmare e creare preoccupazione. - spiega il direttore Mario Balzanelli - E, indipendemente dal fatto che esiste la quota parte di situazioni di reale emergenza sanitaria, quelle in cui la vita delle persone è in pericolo o richiede un intervento urgente, esiste un'altra quota di chiamate caratterizzata da quadri clinici caratterizzate da febbre persistente, tosse secca e, in alcuni casi, accompagnate da difficoltà respiratorie. Globalmente, tra chi si spaventa e chi, per altre ragioni correlabili a situazione di emergenza ordinaria, abbiamo un aumento importante delle chiamate a cui dobbiamo rispondere con un numero maggiore di interventi. Per questo motivo il 118 è in una condizione di stress significativo e rilevante. Di fatto, il numero di pazienti sintomatici Covid-19, e dei necessitanti ospedalizzazione, sta nettamente aumentando. Ed è per questo che denunciamo una situazione di sovraccarico. Ci sono ambulanze ferme in fila indiana davanti agli ospedali e questo non è pensabile''.

''Noi esclusi da allocazione risorse''

Nelle ultime settimane, il numero di interventi richiesti al 118 è aumentato di circa il 30%. Complice la paura del Covid, ingenerata da un clima di terrore esasperante, gli operatori del Sis ora faticano a gestire le chiamate. La criticità maggiore è rappresentata dall'insufficienza di ambulanze e personale paramedico, nonché dall'assenza di una rete assistenziale efficiente per i casi sospetti Covid che non richiedono, di fatto, una imminente ospedalizzazione. Il problema nasce a fronte di una scarsità di risorse per i nuclei di primo intervento sanitario che, nel DL 3420 dello scorso maggio, non sono state comtemplate. ''Abbiamo bisogno che le Centrali Operative del 118 vengano rinforzate, - chiarisce Balzanelli - serve personale infermieristico che risponda alle chiamate degli utenti fornendo le indicazioni richieste così come è previsto dal nostro statuto''.

''Pericolo contagio sulle ambulanze''

Ma non è solo la quota ingente di chiamate da gestire che preoccupa, bensì il rischio il rischio di contagi sulle ambulanze. Da un momento all'altro, le protezioni potrebbero essere non bastare più: "Bisogna rendersi conto - sottolinea Balzanelli -di come ci si sente quando uno di questi pazienti ti tossisce in faccia ripetutamente a 25 centimetri e tu non ti puoi spostare perché sei seduto su un'ambulanza e le distanze sono ravvicinatissime. Adesso le protezioni non mancano ma auspichiamo che ci vengano fornite con la dovuta tempestività e qualità. Il tema è avere le protezioni idonee.

Gli errori dell'altra volta non devono essere commessi”.

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