Roma, boom di furti e rapine, i negozianti: "Ora vogliamo armarci"

Nel III Municipio è allarme sicurezza con oltre 14 negozi presi di mira negli ultimi due mesi da bande di malintenzionati. E nel quartiere c'è chi pensa alle ronde o ad armarsi per difendere la propria attività

Roma, boom di furti e rapine, i negozianti: "Ora vogliamo armarci"

“Di aggressioni ne abbiamo subite diverse, mi difendo con le mani e a mali estremi ho sempre una spranga di ferro dietro al bancone”. Questo tabaccaio del quartiere Talenti non è il solo a pensare di ricorrere alla difesa fai-da-te dopo la serie di furti e rapine che sta sconvolgendo il quadrante nord-est della Capitale. Due colpi eccellenti messi a segno in meno di due mesi e oltre quattordici negozi presi di mira nello stesso lasso di tempo. Quanto basta per gridare all’emergenza. I commercianti si sentono abbandonati da forze dell’ordine e istituzioni e c’è chi pensa alle “ronde” notturne contro i malintenzionati.

“Sono passeggiate della sicurezza”, precisa Giordana Petrella, di Fratelli d’Italia. Un’iniziativa che, a detta dell’esponente di centro destra, finora ha raccolto non poche adesioni. “L’esasperazione porta anche a pensare di doversi autodifendere, certo che preferiremmo ottenere dei risultati in termini di sicurezza senza dover essere costretti addirittura a richiedere un porto d’armi”, ammette. Tra quelli che pensano di armarsi c’è Claudio Castelluccio, titolare di un negozio di biciclette in via delle Vigne Nuove. All’inizio di maggio una banda di malviventi ha fatto irruzione nel suo esercizio commerciale alle cinque del mattino portandosi via diverse bici di valore. “L’entità della perdita subita si aggira attorno ai 150mila euro”, ci spiega nel suo ufficio. “Quello delle biciclette da corsa è un mercato in crescita nell’Est Europa ed è questo che mi fa pensare ad un furto su commissione, visto che anche altre attività come la mia sono state svaligiate nelle ultime settimane”, racconta amareggiato (guarda il video).

“L’idea del porto d’armi è cominciata ad affacciarsi dopo l’escalation di criminalità nel quartiere – ci confida – iniziano ad esserci veramente troppe rapine, molte delle quali anche a mano armata”. Come quella subita da una tabaccheria che si trova sullo stesso marciapiede, due serrande più avanti. “Sono entrate due persone all’ora di pranzo, ero con mia sorella, ci hanno puntato il coltello e hanno preso l’incasso, si è svolto tutto in pochi secondi”, racconta la titolare, ancora scossa per la violenza subita poche settimane fa. Ma sulle ronde è scettica: “Stiamo pensando di fare una colletta e ingaggiare un’agenzia di sicurezza privata, qui la notte non si dormono più sonni tranquilli”. Gli inquilini di un palazzo di via Franco Sacchetti, a Talenti, ad aprile ad esempio sono stati svegliati nel cuore delle tenebre dal boato della serranda divelta della gioielleria Gambacurta.

“Otto minuti e trentasei secondi sono bastati per poter penetrare nel negozio, distruggere tutto e portare via circa 1.300 articoli, per un danno complessivo di circa 80mila euro”. A parlare è Andrea, il proprietario dell’attività. A mettere a segno il colpo, secondo la sua ricostruzione, sarebbe stato un commando esperto e ben organizzato. “Dei professionisti – specifica – che stanno prendendo di mira bar, tabaccherie ed altri esercizi commerciali”. Un vero e proprio boom di criminalità che va in controtendenza rispetto ai dati del ministero dell’Interno. “La verità è che i cittadini non denunciano più, perché non hanno più fiducia nelle istituzioni e perché non esiste la certezza della pena”, si rammarica. Dello stesso parere la titolare di un’altra gioielleria della zona. “Dinanzi all’escalation di furti abbiamo chiesto più volte l’intervento della polizia, ma salvo pochi interventi spot, la situazione non è cambiata”. Certo, ammettono i negozianti, controllare un territorio di 97mila chilometri quadrati, più esteso di quello di una città come Padova, non è facile. Ma per migliorare la situazione basterebbero poche accortezze, come l’istallazione di telecamere o il ripristino dell’illuminazione notturna, che è assente in molte zone del quartiere.

Sul fatto che le armi possano essere un valido deterrente in caso di aggressione, i negoziati, si dividono. “Sono scelte personali, io non vorrei mai trovarmi in una situazione di quel tipo, anche perché spesso a pagare è chi spara per difendersi e non l’aggressore”, aggiunge la donna. “Ormai viviamo nella paura di essere svegliati di notte dall’antifurto o dalla polizia”, si lamentano gli esercenti di via di Vigne Nuove.

Critico sulle ronde è anche il candidato del centro destra Francesco Maria Bova, che si prepara a sfidare Giovanno Caudo, sostenuto da Pd e Leu, al ballottaggio per la presidenza del III Municipio. L’appello è, semmai, ad una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, e al nuovo governo giallo-verde, affinché, in casi estremi, “chi si difende non possa più essere incriminato per aver usato l’arma”.

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