Non vuole abortire e l'"amante segreto" le dà fuoco

La tragedia avvenuta in Brasile si sarebbe consumata in quanto la vittima non avrebbe voluto abortire malgrado l'insistenza di un suo "amante segreto"

Non vuole abortire e l'"amante segreto" le dà fuoco

Il Brasile è sotto choc per il caso della 24enne Tassila Kenha, vigile del fuoco incinta che è stata trovata morta "bruciata" dopo una breve sparizione e dopo le relative ricerche condotte dalle autorità locali. La giovane, che era in dolce attesa da poco tempo e che aveva appena terminato il suo periodo di addestramento come pompiere, aveva fatto perdere le sue tracce lo scorso mercoledì mattina a Tomé-açu, località nel nord del Paese, dopo avere detto ai familiari di stare allora camminando verso la banca cittadina; le squadre di soccorso, pochi giorni dopo la scomparsa, hanno effettuato il macabro ritrovamento lungo una strada rurale alla periferia di quella cittadina.

Dopo la scoperta di quel corpo dato alle fiamme, i medici legali hanno confermato che quest'ultimo apparteneva a Tassila e gli investigatori hanno iniziato a ricostruire, avvalendosi delle testimonianze dei parenti della 24enne, gli ultimi movimenti e le frequentazioni della vittima. Grazie ai genitori la polizia è venuta innanzitutto a conoscenza del fatto che la malcapitata era risultata incinta all'indomani di una relazione con un "amante segreto". Gli stessi testimoni hanno quindi rivelato che, poco prima che la giovane sparisse, la stessa aveva litigato con tale sconosciuto fidanzato, in quanto egli avrebbe cercato di costringere Tassila "ad abortire", ma lei aveva rifiutato con forza.

Dopo avere acquisito le testimonianze in questione, gli agenti sono passati a esaminare i filmati registrati dalle videocamere di sorveglianza installate lungo il tragitto che la 24enne avrebbe percorso prima della sua scomparsa; da tali controlli è emerso che lei, a un certo punto della camminata, si sarebbe messa a parlare con "uno sconosciuto che guidava un'auto rossa". Dopo ulteriori approfondimenti, le forze dell'ordine del Brasile hanno ritenuto di possedere indizi sufficienti a incriminare, per l'"omicidio" della giovane, il 46enne magnate del settore immobiliare Gilvan de Barros Pinheiro, che è stato quindi arrestato.

Gli inquirenti hanno stretto il cerchio intorno all'uomo d'affari dopo avere rintracciato un versamento, pari a 900 real (poco più di 145 euro), effettuato di recente da quest'ultimo a beneficio di Tassila; tali soldi, ipotizzano i poliziotti, dovevano servire a pagare l'interruzione di gravidanza sollecitata proprio da Pinheiro nonostante l'opposizione della donna. Il 46enne, inoltre, avrebbe ammesso davanti alle forze dell'ordine, riporta la stampa brasiliana, di avere avuto una relazione con la vittima, durata cinque mesi, ma di non essere certo del fatto che fosse lui il padre del bambino portato in grembo dalla giovane.

Anche dopo l'arresto del magnate, i poliziotti non cessano di indagare

sulla morte del vigile del fuoco, con la speranza di scovare altri elementi utili a rendere più chiara la dinamica dei fatti e di individuare nuovi soggetti coinvolti nella sparizione e nella tragica fine di Tassila.

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