Bufera sul presepe: la Sacra famiglia come i migranti

Ad Acquaviva delle fonti la raffigurazione della Sacra Famiglia come i migranti fa discutere: "Diffonde messaggio immigrazionista"

Bufera sul presepe: la Sacra famiglia come i migranti

A Natale siamo tutti più buoni e, talvolta, anche ideologici. Capita così che tutti vogliano tirare il Gesù Bambino per le vesti, portandolo da una parte e dall'altra. Soprattutto nel presepe. L'ultimo caso è quello del Comune di Acquaviva delle fonti, in provincia di Bari, dove è stata allestita una rappresentazione davvero singolare della Natività dove san Giuseppe e la Madonna sono impersonificati da due manichini-migranti che rischiano di affondare in un mare di bottiglie. A dare un tocco in più è un Bambin Gesù di colore, posizionato al centro di un salvagente. Una piccola nota che, però, serve a rendere bene l'idea del pensiero che si cela dietro a chi ha organizzato il tutto: inizialmente la statua del Pargoletto era chiara, ma evidentemente non era sufficiente a soddisfare il politicamente corretto. E così è stata prontamente sostituita da una più scura.

Attorno alla Sacra Famiglia non ci sono pastori, né Re Magi. C'è soltanto un mare di reti rosse e braccia che emergono dalle acque. Il cartello che accompagna la rappresentazione si legge: "Il bambino nasce nel mare, dove con Giuseppe e Maria, profughi, non accolti da nessuno vive l'esperienza che molti migranti affrontano nel nostro Mar Mediterraneo". Che i genitori di Gesù non fossero profughi è cosa nota, dato che Giuseppe stava andando a casa sua, a Betlemme, per un censimento.

E ancora: "Maria e Giuseppe si videro obbligati a partire. Si trovarono ad affrontare la cosa forse più difficile: arrivare a Betlemme e sperimentare che era una terra dove per loro non c'era posto". Un po', prosegue il messaggio, come i migranti di oggi, costretti a "separarsi dai loro cari e dalle loro case". Ma, ancora, il Vangelo dice tutt'altro. Maria e Giuseppe non furono allontati dalle case perché stranieri (abbiamo visto infatti che erano in piena regola), ma semplicemente perché non c'era posto per loro dato che molti avevano raggiunto Betlemme per poter adempiere ai doveri richiesti dal già citato censimento.

Francesco Colafemmina, filologo, esperto d'arte e, alle ultime elezioni candidato alla carica di sindaco proprio ad Acquaviva delle fonti, commenta così a ilGiornale.it questa installazione artistica: "Per dieci anni ho combattuto gli scempi nell'arte e nell'architettura sacra, sinceramente non avrei mai immaginato che nel mio paese, nella mia Puglia si potessero realizzare simili orrori.

La Puglia che ha dato i natali a grandi maestri come Stefano da Putignano, autore di un meraviglioso presepe del XVI secolo custodito nella chiesa madre di Polignano, è diventata teatro di simili reinterpretazioni laiche e blasfeme del presepe in nome dell'immigrazionismo e dell'ambientalismo".

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