Cronache

Soprusi, ordini, botte: così il bullo perseguitava l'ex compagno di classe

Un ventitreenne di Colle Val d'Elsa (in Toscana) è finito sotto processo per presunti atti di bullismo e stalking ai danni di un ex-compagno di scuola: lo costringeva a fargli da autista e a pulirgli il banco, riempiendolo di botte e di insulti quando rifiutava di obbedirgli

Una volante dei carabinieri (foto di repertorio)
Una volante dei carabinieri (foto di repertorio)

Gli dava ordini di continuo: gli intimava portarlo a scuola e riportarlo a casa in auto, di pulirgli il banco, persino di andare in bagno quando non aveva bisogno di utilizzare la toilette. Ogni volta che si rifiutava di obbedire, scattava la rappresaglia: calci, pugni e insulti reiterati, oltre che vere e proprio minacce. Ed è così che un ragazzo di 23 anni di Colle Val d'Elsa (un cittadina della provincia di Siena, in Toscana) è finito sotto processo: dovrà rispondere adesso dei presunti atti di bullismo e di stalking ai danni di un ex-compagno di scuola. La prima udienza si è svolta ieri presso il Tribunale di Siena: la vittima non era presente e anche se ha ritirato la querela, la procura sta procedendo d'ufficio.

Secondo quanto riportato da La Nazione, i fatti che gli vengono contestati sarebbero avvenuti fra il 2015 e il 2018, quando entrambi frequentavano un istituto scolastico superiore dell'hinterland senese. L'accusato avrebbe esercitato la propria influenza sul coetaneo con la forza, dando vita a molteplici episodi di bullismo: secondo l'accusa, lo insultava davanti a tutti, gli ordinava cosa fare e davanti a un suo rifiuto non esitava ad aggredirlo fisicamente. Lo costringeva ad esempio a pulirgli il banco in classe, tirandogli le orecchie e sbattendogli la testa sullo stesso quando non era soddisfatto del risultato.

In un'altra occasione, invece, lo avrebbe pestato perché si era rifiutato di accompagnarlo con la sua automobile in un paese vicino: era peraltro il periodo in cui lo costringeva a fargli da autista, imponendogli di passare a prenderlo ogni mattina e di riportarlo alla sua abitazione dopo le lezioni. Angherie e soprusi che sarebbero andati avanti per oltre un triennio, sino alla goccia che ha fatto traboccare il vaso e che risalirebbe ad una gita scolastica di poco più di quattro anni fa. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, i due si trovavano quel giorno in un cinema insieme al resto dei compagni di classe, quando il ventitreenne aveva inviato ripetuti messaggi al compagno ordinandogli di andare in bagno.

Poiché quest'ultimo non voleva, il suo aguzzino lo avrebbe afferrato per il giubbotto e trascinato di peso all’interno dei servizi igienici. Gli avrebbe messo le mani al collo e dopo averlo sbattuto con le spalle al muro, lo avrebbe minacciato imponendogli di restare lì sino a quando lui non gli avrebbe permesso di tornare con gli altri. I carabinieri hanno anche interrogato l'insegnante che li accompagnò durante l'escursione (presente in aula ieri) ma quest'ultimo avrebbe più volte dichiarato di non ricordare l'episodio.

A breve potrebbero esserci nuovi sviluppi.

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