Fumata bianca

"C'è chi nega il Concilio". L'attacco del Papa ai tradizionalisti

Il pontefice torna a parlare di dottrina e attacca, questa volta in maniera molto netta, tutto il fronte tradizionalista che mette in dubbio gli effetti del Concilio Vaticano II. Per il Papa, sono legati al "formalismo"

"C'è chi nega il Concilio". L'attacco del Papa ai tradizionalisti

Era passato qualche tempo dall'ultima volta che papa Francesco aveva deciso di affrontare di pugno quelle che vengono definite "questioni dottrinali". Ma in occasione dell'udienza con il Pontificio Istituto Liturgico, Jorge Mario Bergoglio ha scelto di risfoderare uno dei suoi "cavalli di battaglia" in materia, ossia il pericolo che deriverebbe dal "formalismo". Un elemento che per il pontefice può riguardare tanto la liturgia quanto la dottrina intesa in senso esteso.

Jorge Mario Bergoglio non è un formalista, non è un ecclesiastico legato al "rigorismo", che è un altro termine che spesso abbiamo avuto modo di ascoltare nel corso di questi nove anni e che per qualcuno, specie sul lato di campo progressista, è tipico dei teologi o dei liturgisti di formazione (il Papa non lo è). Ogni volta che Francesco attacca il "formalismo", qualcuno intravede nelle parole dell'ex arcivescovo di Buenos Aires una critica per nulla celata al cosiddetto fronte tradizionale, e cioè a tutti coloro che ritengono che questo pontificato (ma anche altri precedenti) abbia messo in pericolo la vera essenza della dottrina cattolica, con aperture che non sono piaciute in diversi settori della Chiesa e del suo messaggio.

Come spesso, se non sempre, capita, scagliarsi contro il formalismo significa anche ricordare l'esistenza di tesi anti-conciliari o pre-conciliari. E il Papa non ha lesinato parole anche molto critiche su questo aspetto. "Vorrei sottolineare il pericolo, la tentazione del formalismo liturgico: andare dietro a forme, alle formalità più che alla realtà, come oggi vediamo in quei movimenti che cercano un pò di andare indietro e negano proprio il Concilio Vaticano II. Allora la celebrazione è recitazione, è una cosa senza vita, senza gioia", ha osservato il Santo Padre durante l'udienza.

Nel bel mezzo di una fase in cui, pure in relazione ai temi ecclesiastici, non si fa che parlare di guerra in Ucraina, di diplomazia e di equilibri internazionali, il vescovo di Roma ha voluto ricordare l'esistenza di gruppi diversificati all'interno della Chiesa cattolica. "La vita liturgica, e lo studio di essa - ha proseguito il pontefice sudamericano - deve condurre a una maggiore unità ecclesiale, non alla divisione. Quando la vita liturgica è un pò bandiera di divisione, c'è l'odore del diavolo lì dentro, l'ingannatore. Non è possibile rendere culto a Dio e allo stesso tempo fare della liturgia un campo di battaglia per questioni che non sono essenziali anzi, per questioni superate e per prendere posizione - ha aggiunto - , a partire dalla liturgia, con ideologie che dividono la Chiesa".

"Dividere", per Bergoglio, non può che essere opera del demonio. E dunque "sporcare", per così dire, gli aspetti liturgici con ideologismi che comportano spaccature interne alla Chiesa e veri e propri scontri non può che nascondere la presenza dell'"ingannatore". Francesco - come ripercorso dall'Adnkronos - ha anche voluto rammentare come qualunque cambiamento, nella storia del cattolicesimo, abbia comportato la presenza di "resistenze": "Vero è che ogni riforma crea delle resistenze. Io mi ricordo, ero ragazzo, quando Pio XII cominciò con la prima riforma liturgica, la prima: si può bere acqua prima della comunione, digiuno di un'ora...". Insomma, la controffensiva tradizionalista non è una storia che riguarda solo i tempi odierni.

Un attacco che dimostra la tenacia con cui il pontefice conduce le sue battaglie anche al netto di un'immagine che negli ultimi giorni appare indebolita nel fisico. Nel corso dell'ultima udienza, come avvenuto nell'incontro precedente, Francesco è stato costretto a ricorrere all'utilizzo di una sedia a rotelle. Il pontefice è afflitto da un forte dolore al ginocchio destro che gli ha persino impedito di celebrare Messa durante la ricorrenza della Divina Misericordia presso la Basilica di San Pietro. Si ritiene che i prossimi impegni dell'agenda del Papa non siano tuttavia in pericolo in termini di possibile modifiche dovute alle condizioni di salute.

In relazione all'attacco mosso da Francesco nei confronti dei tradizionalisti, è difficile non notare come gli ultimi mesi, a differenza di lunghi periodi di questo pontificato, non siano stati attraversati da accentuate polemiche proveniente dal lato conservatore, per così dire, degli schieramenti dottrinali. L'impressione è che si fosse giunti a una sorta di pacificazione per concentrarsi su altre questioni considerate più urgenti.

Ma la Chiesa procede su diversi binari: e il pontefice continua la sua opera, così come proseguono le critiche su alcuni punti dottrinali.

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