Il parroco "eroe" salva più di 50 fedeli a Gaza

L'intervento di padre Gabriel Romanelli ha permesso di evitare che l'attacco alla chiesa Sacra Famiglia divenisse un massacro

 Il parroco "eroe" salva più di 50 fedeli a Gaza
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Il bilancio dell'attacco israeliano di giovedì scorso alla chiesa della Sacra Famiglia è di 11 feriti e 3 morti. Tra i feriti c'è anche il parroco, l'argentino padre Gabriel Romanelli. Se non fosse stato per lui, però, i numeri di questo raid sarebbero nettamente peggiori. Secondo le Ong cattoliche che operano sul posto, infatti, senza l'intervento del parroco staremmo parlando ora di un "massacro".

L'allarme

Nei giorni precedenti al raid si stavano intensificando i bombardamenti delle Idf a ridosso del complesso cattolico in grado di dare ospitalità ad oltre 500 rifugiati. Rimanere in un luogo di culto aveva dato la speranza di essere risparmiati dal fuoco. Padre Romanelli, religioso dell'Istituto del Verbo Incarnato, si era invece fortemente preoccupato per l'escalation e per questo motivo aveva allertato più volte i fedeli di non uscire e di rimanere al coperto. Un avvertimento provvidenziale perché il missile israeliano è caduto sul tetto poco dopo la celebrazione della messa e le schegge hanno colpito le persone che, non seguendo il suggerimento, si trovavano nel cortile esterno.

I commenti

Elizabeth Funnell, rappresentante dell'agenzia cattolica Cafod, ha lodato l'azione di padre Romanelli dicendo che sebbene "questo non è un modo di vivere normale per le persone, le sue parole e i suoi consigli hanno indubbiamente salvato delle vite". Un cooperante a Gaza le ha confidato che "se padre Gabriel non ci avesse avvertito di rimanere in casa, oggi avremmo potuto perdere dalle 50 alle 60 persone. Sarebbe stato un massacro". Anche il sacerdote è rimasto ferito ad una gamba, mentre tra i morti si registra anche il custode sessantenne della chiesa.

La visita del patriarca

La ferita di padre Gabriel si è rivelata lieve e questo gli ha permesso di concelebrare la messa con il cardinale Pierbattista Pizzaballa, il patriarca latino di Gerusalemme giunto a Gaza insieme al patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III per portare assistenza e solidarietà alla comunità attaccata. Con loro c'era monsignor Nicola Di Ponzio, segretario della nunziatura in Israele e della delegazione apostolica a Gerusalemme e in Palestina. A Gaza rimarranno fino ad oggi. Intanto Leone XIV si è interessato direttamente alle condizioni di salute del parroco chiamando anche il suo superiore, il provinciale dell’Istituto del Verbo Incarnato, padre Carlos Ferrero.

Le scuse e l'indagine

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiamato direttamente il Papa per esprimere il "rammarico" per quanto accaduto. L'episodio è stato definito "un tragico incidente" che sarebbe stato causato da "munizioni vaganti". Poco dopo l'attacco anche il portavoce delle Idf aveva parlato di "frammenti di un proiettile sparato durante le attività operative nella zona" che avrebbe "colpito accidentalmente la chiesa". Da parte israeliana è stata annunciata un'indagine per ricostruire l'accaduto. Parlando in queste ore, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha fatto capire che la Santa Sede seguirà con attenzione i risultati di questa verifica voluta dai vertici delle forze di difesa israeliane. "L’episodio è stato di una gravità assoluta - ha detto il porporato veneto - la prima interpretazione che è stata data è quella di un errore. È stato detto che si farà un’indagine. Bene, che si facciano conoscere i risultati reali di questa inchiesta".

La parrocchia nel cuore di Francesco

Padre Gabriel Romanelli era già noto all'opinione pubblica per essere stato destinatario quotidiano delle telefonate di Francesco che, dopo l'intensificarsi dell'escalation a Gaza, voleva essere aggiornato ogni sera sulle condizioni delle persone ospitate nella parrocchia della Sacra Famiglia.

Bergoglio chiamò il suo connazionale persino durante il suo ultimo ricovero al Gemelli. Il Papa defunto volle che una sua minicar utilizzata durante una visita apostolica a Betlemme venisse trasformata in ambulanza da utilizzare per i bambini di Gaza.

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