Cambia l’aria e salta il vertice Tensione tra Ong e Capitaneria

Dopo la svolta di Renzi e l’annuncio di un regolamento sui salvataggi, rinviato l’incontro di coordinamento

Cambia l’aria e salta il vertice Tensione tra Ong e Capitaneria

Non ci sarà il previsto incontro tra le organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo e la guardia costiera. Almeno non per il momento. La riunione è saltata. Ufficialmente rinviata a data da stabilire per motivi organizzativi legati all’attività operativa di questo periodo. Probabilmente, però, i motivi sono altri e hanno a che fare con le scelte politiche dell’Italia sull’emergenza immigrazione portate all’attenzione dell’Europa nei giorni scorsi. Un segnale, il mancato incontro, dell’irrigidimento della situazione in seguito alla nuova linea del governo dettata dalle parole di Matteo Renzi sull’impossibilità dell’Italia di accogliere tutti e alle nuove mosse dell’Unione europea. Ai partner europei il nostro Paese, alle prese con numeri record di arrivi, ha chiesto aiuto per arginare il flusso ininterrotto di migranti, favorito anche all’attività delle Ong che salvano i disperati ammassati sui barconi in acque internazionali per scaricarli esclusivamente nei porti italiani. I numeri parlano chiaro: il 34 per cento dei migranti arrivati in Italia sono sbarcati dalle imbarcazioni delle Ong. Nei mesi scorsi, inoltre, ci sono state molte polemiche sulla possibilità che le attività di recupero in mare dei clandestini da parte di alcune organizzazioni possano agevolare i trafficanti. L’incontro con la guardia costiera doveva esserci il 13 luglio. Si tratta di una riunione che si tiene annualmente per ribadire le regole da seguire nel soccorso in mare ai profughi. Questa volta, però, era prevista anche la presentazione del nuovo codice di condotta delle navi delle Ong di cui il ministro Marco Minniti ha parlato al vertice di Tallin, ottenendo il sostegno degli altri paesi europei, che hanno detto no all’apertura dei loro porti ma acconsentito a regolamentare l’attività delle organizzazioni senza fini di lucro. Una novità che gli operatori umanitari non hanno affatto gradito, lamentando di essere ormai considerati un problema piuttosto che una risorsa. Con il nuovo codice, che dovrebbe essere operativo nei prossimi giorni, le Ong non avranno dunque più carta bianca nell’agire. Gli sarà vietato in modo assoluto l’ingresso in acque territoriali libiche e avranno l’obbligo di accogliere a bordo ufficiali di polizia giudiziaria per fare indagini relative alla tratta di esseri umani. Non potranno più spegnere i trasponder di bordo, né effettuare comunicazioni telefoniche o segnalazioni luminose per agevolare la partenza dei migranti facendo sapere ai trafficanti dove si trovano. Sarà vietato anche trasbordare i passeggeri su altre navi, ma soprattutto da ora in poi sarà necessario dichiarare in modo trasparente le fonti di finanziamento della loro attività.

Sui conti delle Ong potrebbe andare a pesare, se mai passerà, anche il piano allo studio del Viminale che prevede di non consentire più gli approdi alle loro navi cariche di migranti nei porti siciliani. Gli sbarchi potrebbero essere dirottati in altri porti, come Livorno, Genova e Trieste, che prevedono viaggi molto più lunghi e onerosi. E questo potrebbe scoraggiare le organizzazioni umanitarie.

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