Il capitano Ida Casetti: "Mamma e pilota solo per passione"

Il capitano Casetti: "Puoi essere un pilota dell'Aeronautica Militare donna e madre solo se hai un grande amore per questo lavoro"

Il capitano Ida Casetti: "Mamma e pilota solo per passione"

La prima donna pilota degli aerei di Stato in Italia, dal 2010 Cavaliere della Repubblica, il capitano Ida Casetti dell'Aeronautica Militare, 37enne di Agoiolo di Casalmaggiore (Cremona), da sette anni è in servizio al 31esimo stormo, con base all'aeroporto Roma-Ciampino. Una delle sue missioni più importanti è "portare in volo la speranza". Il più delle volte a essere trasportati sono bambini più piccoli di suo figlio che, per ottenere le cure necessarie, hanno bisogno di raggiungere un ospedale lontano da casa, in Italia o all'estero.

"La carriera di ufficiale pilota dell’Aeronautica Militare – dice il capitano Casetti - è impegnativa e totalizzante: non c'è sabato, non c'è domenica. Quando la forza armata chiama, noi dobbiamo esserci, in Italia e all'Estero. Per questo spesso conciliare il lavoro con la famiglia, il marito e un figlio non è facile. Me ne sono resa conto non tanto quando a 19 anni sono entrata in accademia, quanto quando poi sono diventata moglie e madre. È possibile solo se alla base c'è un grande amore per questo lavoro e una forte passione per questa forza armata e per il nostro Paese".

Il percorso del capitano Casetti in Aeronautica Militare inizia presto: appena diplomata, a 19 anni, supera i test d'ingresso a Pozzuoli e intraprende il suo cammino. "Era in assoluto il primo anno in cui l’accademia aeronautica apriva le porte alle donne. Inizialmente non sapevo bene che cosa aspettarmi in quanto, entrando in un ambiente che fino all’anno prima era stato esclusivamente maschile, avevo qualche timore che la struttura e l'istituzione potessero non essere ancora pronte ad accogliere un così grande cambiamento. Devo dire che è vero che l’Italia ha aperto la carriera militare alle donne più tardi rispetto ad altri Paesi dell'Europa occidentale, ma lo ha fatto a un livello sin da subito adeguato: io non mi sono mai sentita inadeguata rispetto al mio essere donna all’interno dell’accademia aeronautica" (Clicca qui per vedere l'intervista-video).

La carriera del capitano Casetti è brillante: nel 2010 passa dal protocollo dei voli di Stato all'emozione dei voli sanitari d'urgenza. "Una delle esperienze che più mi è rimasta nel cuore – racconta - è il trasporto di un bambino di tre anni nato gravemente prematuro, che ancora viveva le conseguenze del parto. Era affetto da cecità totale, e noi dovevamo portarlo in un centro altamente specializzato a Detroit, nel Michigan, per permettergli di sottoporsi a un delicato intervento alla retina". La missione viene portata a termine con successo e dopo un mese e mezzo il capitano Casetti torna a Detroit con il suo equipaggio per prendere il piccolo e la madre e riportarli a casa. "Durante il volo di ritorno, la madre mi ha raccontato la grande emozione, dopo l’intervento, di vedere per la prima volta che suo figlio si girava per cercarla con lo sguardo. Ma la cosa che mi ha fatto ancora più piacere è stato, circa un anno e mezzo dopo, ricevere una email della madre che mi diceva: 'Ciao ida, per noi è una giornata meravigliosa perché oggi hanno ammesso Gabriele all'asilo’". Ha le lacrime agli occhi il capitano Casetti mentre parla di questa esperienza.

"I sentimenti che provo come pilota e come mamma - conclude - sono simili a quelle che provano tanti genitori che si trovano a bordo dei nostri aerei in queste circostanze.

Potrebbero essere i nostri figli. Portare in volo la speranza è una grande emozione che viviamo ogni giorno, e una grande responsabilità a cui, nonostante il tempo, difficilmente ci si può abituare".

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