Sgarbi quotidiani

Carmen viva, Lucia lesbica e io Don Rodrigo

Carmen viva, Lucia lesbica e io Don Rodrigo

Se l'idea si deve al regista Leo Muscato, convenientemente e sonoramente fischiato, mi spiace che sia condivisa dall'ottimo Dario Nardella che, prima che sindaco di Firenze, è un sensibile musicista. Non ha resistito alla retorica: «Come presidente del Maggio musicale fiorentino, sostengo la decisione di cambiare il finale di Carmen, che non muore. Un messaggio culturale ed etico che denuncia la violenza sulle donne». Dovremmo allora cambiare il finale alla tragedie greche e a quelle di Shakespeare. E perché non rovesciare il destino di Desdemona, che non è più uccisa da Otello ma lo uccide? Teoricamente e parodisticamente si può cambiare la trama di un'opera o di un romanzo, ma per scriverne un altro. Non possiamo dire che sia né bella né convincente la conclusione de I promessi sposi che, dopo tanti e avventurosi travagli, finisce con il banale matrimonio di Renzo e Lucia. Un lieto fine, la fine anche di una storia durata qualche anno e precipitata in quarant'anni di noia. La vera tragedia di Lucia è il matrimonio con Renzo. Da tempo immagino il finale che io avrei voluto: Lucia scopre che non è morto e tradisce Renzo con Don Rodrigo. Il capo dei Bravi è sempre stato il mio modello spirituale.

Io sono Don Rodrigo e saprei far divertire Lucia. Non sono esclusi anche altri scenari, alternativi e molto attuali: Lucia si scopre lesbica e diventa l'amante della monaca di Monza. Suggestivo, no? Non suggeritelo a Nardella...

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