Il virus recupera terreno ma la barriera del vaccino è ancora solida. I dati dell'ultimo bollettino non sono allarmanti ma per le previsioni gli esperti non possono basarsi sui rilevamenti di un giorno. Tanto meno su quelli del lunedì che risentono dei pochi tamponi eseguiti nel week end. E certamente se si paragonano i numeri di ieri a quelli di un anno fa risulta evidente quanto il vaccino abbia rappresentato una svolta per la lotta contro il Covid. Sono 2.818 i nuovi casi di coronavirus e 20 i decessi.
Esattamente un anno fai contagi erano quasi 30mila e i decessi 208. Il tasso di positività sale all'1,9 anche a causa del basso numero di tamponi eseguiti come ogni lunedì. Il trend è comunque in aumento ma nulla di paragonabile al 2020 quando il tasso di positività era al 16%. La pressione sulle strutture sanitarie cresce ma resta sotto controllo: nei reparti ordinari i posti letto occupati da pazienti Covid aumentano di 109 unità per un totale di 2.863 ricoverati. Un anno fa erano quai 19mila. In terapia intensiva si registra un più 22 per un totale di 364 contro i 1.939 del 2020. Perché allora si registra la preoccupazione degli esperti, si torna a parlare di proroga dello stato d'emergenza e del passaggio di alcune regioni in zone di rischio più alte? La risposta emerge chiaramente dalla strategia attuale della campagna vaccinale. Da un lato si deve immunizzare il 90 per cento della popolazione e dunque altri due milioni di persone che però al momento sembrano decisi a rifiutare la profilassi. Dall'altro occorre accelerare le terze dosi chiudendo la partita dei fragili e degli operatori sanitari per poi passare a tutti gli over 60 e anche ai docenti che per il loro contatto con gli under 12 non vaccinabili sono più a rischio. Per loro infatti anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, chiede «una corsia preferenziale per la terza dose». Gli esperti poi guardano ai numeri spalmati sulla settimana per capire se effettivamente il virus sta rialzando la testa.
E purtroppo la risposta è sì, i contagi hanno invertito la curva ma molto lentamente grazie al muro rappresentato dai vaccini. Per questo è importante non soltanto proteggere i cittadini italiani ma anche il resto della popolazione mondiale dove il virus corre, varia e si rafforza. L'ultimo report Iss segnala che dal 22 al 28 ottobre l'incidenza settimanale a livello nazionale si avvicina alla soglia del rischio di 50 casi su 100mila abitanti oltre la quale le regioni potrebbero cambiare colore passando dal bianco al giallo. Ora in media è 46 contro i 34 casi della settimana precedente. L'incremento dei casi nell'ultima settimana è del 32 % rispetto a quella precedente. Oltretutto è evidente che ci sono aree come quella di Bolzano dove l'incidenza è oramai superiore a 100 casi su 100mila abitanti con una evidente corrispondenza con il basso tasso di vaccinazione come nel caso del Friuli Venezia Giulia che registra 96,5 casi per 100mila abitanti. L'aumento dei casi è dunque lento ma inesorabile e a questo punto ci si chiede se quei numeri potranno tornare a salire come un anno fa mandando in tilt le strutture sanitarie. La risposta generale degli esperti è no grazie ai vaccini che anche in caso di infezione evitano le ospedalizzazioni gravi e i decessi.
Nel confronto con l'Europa guardando ai dati del Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Infezioni, al 28 ottobre 2021 si evidenzia un tasso di incidenza di 233,3 casi per 100mila abitanti mentre in Italia siamo ancora sotto la soglia dei 50 casi.
Il rapporto positivi/tamponi che in Europa, nella settimana dal 18 al 24 ottobre, era salito al 5,7% in Italia si attestava ancora su una media dello 0,5%. Anche Sileri è ottimista e prevede «un Natale libero da restrizioni grazie al green pass».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.