Cronache

Il cellulare e i video: cosa non torna sulla vigilessa sparita

Le figlie sono ora indagate per omicidio, mentre gli investigatori stanno effettuando nuove perquisizioni nella casa di famiglia in cerca di indizi

Il cellulare e i video: cosa non torna sulla vigilessa sparita

Qualcosa non torna nella scomparsa di Laura Ziliani, la ex vigilessa 55enne del piccolo comune bresciano di Temù in Valcamonica, sparita nel nulla dallo scorso sabato 8 maggio. A cominciare dal suo cellulare risultato spento dalla sera precedente e dalle telecamere presenti che non hanno ripreso la Ziliani.

Indagate le figlie della ex vigilessa

Due delle tre figlie della donna, la maggiore di 27 anni e la minore di 19, sono ora indagate per omicidio. Nuove perquisizioni sono state effettuate dai carabinieri all’interno della casa di famiglia sita in via Ballardini, nel centro del paese in cui la donna tornava nei fine settimana. La 55enne si era infatti trasferita a Brescia, dove lavorava come impiegata nell’ufficio tecnico di Roncadelle. Ma il suo amore per la montagna la portava a tornarvi ogni week-end per fare delle scursioni. Proprio l’8 maggio la donna era uscita di casa per fare una passeggiata tra i boschi e non vi aveva più fatto ritorno.

Nel registro degli indagati la Procura di Brescia ha iscritto, con l'accusa di omicidio, due delle tre figlie dell'ex vigilessa. La terza figlia, non indagata, soffre di autismo. Gli uomini della Scientifica hanno ispezionato più volte i tre piani dell’abitazione posta sotto sequestro. Alcune incongruenze sarebbero emerse durante l’interrogatorio delle ragazze davanti agli inquirenti.

Il cambio di vita

La 55enne aveva cambiato vita dal 2012, anno in cui il marito era morto travolto da una valanga, ed era andata a vivere a Brescia, come impiegata per il Comune di Roncandelle. La casa, messa a soqquadro dagli investigatori, era diventata oggetto di restaurazione perché Laura sembra volesse aprire un Bed & Breakfast. Massimo riserbo dai carabinieri della compagnia di Breno e dal pubblico ministero Caty Bressanelli che stanno seguendo le indagini.

Come riportato da Il Giorno, il procuratore capo Francesco Prete ha tenuto a dire: “Non creiamo mostri, queste iscrizioni al momento sono solo atti dovuti per accertamenti tecnici”. Secondo quanto emerso, le due figlie della vigilessa, sentite più volte dagli inquirenti, così come il fidanzato di una di loro, hanno allarmato le forze dell’ordine alle 11 di sabato 8 maggio. Avevano infatti raccontato che la madre non era rientrata da una escursione tra i boschi verso Villa Dalegno. Giuseppe Pasina, primo cittadino di Temù, ha raccontato di averla “cercata per giorni in un raggio di 280 km, qui non abbiamo anfratti o dirupi che nascondano un corpo. In molti sospettiamo che qualcuno l'abbia uccisa e messa sotto terra, altrimenti sarebbe saltata fuori”.

Cosa non torna

Sembra che la donna, secondo quanto asserito dai suoi familiari, sia uscita di casa intorno alle 7 del mattino, con l’idea di fare ritorno verso le 10 per aiutare le figlie a portare i rifiuti in discarica. Nonostante la scomparsa della mamma, quel giorno le due giovani si sono recate comunque in discarica all’orario precedentemente stabilito. Un testimone avrebbe asserito di aver visto la ex vigilessa sui sentieri, ma la 55enne non sarebbe stata ripresa dalle telecamere presenti sul tragitto. Nessun video l'avrebbe immortalata. Possibile che abbia deciso di fare una passeggiata differente rispetto a quella indicata.

La figlia maggiore avrebbe anche detto di averla vista per l’ultima volta prima di uscire, mentre stava parlando al telefono con la sorella e di aver notato che la madre aveva dimenticato il cellulare in soggiorno. Il telefono in questione è stato però ritrovato in cantina, dietro una cassapanca. Da capire adesso come abbia fatto a finire in quel posto e soprattutto chi ce lo ha portato. Inoltre, il cellulare risulta spento, o comunque inattivo, dalla sera precedente alla scomparsa. Quindi, difficilmente l’ex vigilessa può aver fatto realmente la telefonata di cui parla la primogenita.

Su un mobile è stato anche recuperato l’orologio dotato di gps che la donna, esperta escursionista, non lasciava mai a casa durante le sue camminate in montagna.

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