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Centrodestra riunito dalla svolta grillina

Centrodestra riunito dalla svolta grillina

Poco più di un mese dopo la nascita del Conte 2, è lo scontro sul fisco tetto al contante e carcere per gli evasori ad allargare il solco tra i due schieramenti in campo e spingere verso uno scenario sempre più bipolare. Da una parte, infatti, seppure con i distinguo tardivi di Luigi Di Maio e i malumori di molti grillini che ieri polemizzavano con il premier promettendo «barricate», M5s e Pd hanno caratterizzato in questo senso la legge di Bilancio approvata «salvo intese» due giorni fa.

Una stretta anti-evasione che ha molto di demagogico se è vero che le stime più aggiornate del Mef parlano di circa otto milioni di italiani coinvolti nell'odioso fenomeno dell'evasione. Immaginare che solo un quarto di loro possa finire in manette significa mettere in conto la costruzione di centinaia e centinaia di nuove carceri. Per cogliere la proporzione del problema, basta dire che San Vittore non ospita più di mille detenuti, mentre Rebibbia si ferma a 1.500. Insomma, è del tutto evidente che la rivoluzione manettara annunciata in pompa magna da Giuseppe Conte non è altro che una sorta di irrealizzabile populismo giudiziario. Che, se ha compattato M5s e Pd, sembra avere magicamente riavvicinato anche le diverse anime del centrodestra.

Ieri, infatti, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si sono ritrovati seduti uno a fianco all'altro in quel di Perugia per una conferenza stampa in vista del voto regionale in Umbria del prossimo 27 ottobre. Non succedeva da tempo, perché i distinguo tra i tre sono stati tanti e alcuni non si sono ancora sopiti. Però è evidente che la nascita del Conte 2 ha in qualche modo tracciato una strada che negli ultimi giorni si è fatta meno incidentata proprio grazie alla manovra. Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, infatti, sono da giorni sulla stessa linea e criticano duramente l'aumento complessivo della tassazione, il tetto al contante, le multe ai commercianti che non utilizzano il pos e il carcere per gli evasori. Al punto che ieri lo stesso Berlusconi ha ammesso che se fino a qualche giorno fa aveva dei dubbi sulla bontà della scelta di manifestare contro il governo, ora pare averli fugati. Ecco perché, ha ribadito da Perugia, domani «sarò in piazza San Giovanni» a Roma insieme a Salvini e Meloni. Una decisione, ci tiene a dire, presa «dopo che il governo ha deciso il carcere fino a otto anni per le evasioni sopra i 50mila euro».

Lo scontro sul fisco, dunque, diventa in qualche modo un primo passo verso quello che potrebbe essere il bipolarismo di domani. Con M5s, Pd e Leu che si compattano da una parte non a caso Conte ci ha tenuto molto a mettere il cappello sulla legge di Bilancio e Lega, Forza Italia e Fdi dall'altra.

E con la solita incognita al centro, dove probabilmente si giocherà davvero la partita delle prossime elezioni.

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