Cronache

"Chi potrebbe essere?". Sulla morte di Lilly l'ombra di un omicidio

La scomparsa e la morte di Liliana Resinovic sono ancora avvolte nel mistero: il fratello ha presentato alla procura un memoriale

"Chi potrebbe essere?". Sulla morte di Lilly l'ombra di un omicidio

Un presunto suicidio. Un fratello che non si rassegna all’idea. Molti misteri. Due uomini che si contendono l’amore di una donna che non c’è più. Sembrano essere questi gli elementi principali della morte di Liliana Resinovich, scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata il 5 gennaio successivo nel parco del locale ospedale psichiatrico. La sua testa e il suo corpo erano avvolti da sacchi di plastica e sebbene non ci siano ancora persone indagate, c’è una domanda che ricorre: è stato omicidio?

L’ipotesi dell’omicidio è una possibilità più che ventilata dal fratello della donna, Sergio, che nel pomeriggio di ieri ha consegnato alla procura, attraverso pec, un memoriale. In esso, Sergio ha scritto che Liliana potrebbe essere stata uccisa e il movente potrebbe essere di tipo economico. Sergio ha anche annotato gli atteggiamenti tenuti dalla sorella nei giorni precedenti alla sua sparizioni e una serie di contraddizioni riscontrate dopo quel 14 dicembre.

A “Quarto grado” è stato sentito il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, che ha raccontato di aver intravisto una volta un estratto conto della donna ammontante a 50mila euro. Ma ha anche aggiunto di non avere idea di chi potrebbe aver avuto uno scopo economico nell’ucciderla. “Non ne ho la minima idea. il mio avvocato Paolo Bevilacqua mi ha detto che leggerà, vedrà - ha detto Sebastiano riferendosi al memoriale - non sappiamo ancora di cosa stiamo parlando”.

I misteri della morte di Liliana

Sono diversi i nodi da sciogliere in relazione alla morte di Liliana, Lilly per gli amici. C’è il cordino trovato avvolto ai sacchi sulla testa della donna, i sacchi stessi con impronte digitali, una bottiglietta contenente un liquido misterioso, un guanto nero in tessuto elastico (Liliana indossava guanti di altro tipo), l’impronta di una scarpa. Gli inquirenti stanno al momento vagliando tutti gli elementi. E poi ci sono le chiavi di casa mai ritrovate, il portafogli e i documenti rinvenuti successivamente in un altro luogo rispetto al corpo. E la fede.

Lilly pare indossasse sempre la sua fede, che però sembra non fosse indossata al momento della morte. La famiglia, su richiesta del marito, ha portato via alcune cose appartenute a Lilly per ricordo: delle foto, della bigiotteria. Ma non la fede, che è stata ritrovata da Visintin nella propria custodia insieme alla fede della madre di Liliana il 1 febbraio 2022.

Marito e famiglia appaiono in contrasto nelle trasmissioni televisive. La cugina di Lilly, Silvia, disse tempo fa a “Quarto grado” parlando di Sebastiano: “Mia figlia ha aperto per sbaglio il suo cassettino in camera, del comodino, e lui si è inc…, ha detto: ‘No, no, quello non si apre, quello è il cassetto mio’. Bisognerebbe che la polizia vada a vedere nel suo cassetto”. C’è anche la questione del pen drive e l’hard disk, anche quelli prelevati dalla famiglia e poi consegnati agli inquirenti. Ma è difficile capire al momento se questi elementi potrebbero aiutare a sciogliere l’enigma, come invece potrebbero essere scientificamente rivelatori impronte digitali e bottiglietta.

L’altro uomo e l’ombra del terzo uomo

Sicuramente nel mistero della morte di Liliana c’è un altro uomo. Si tratta di Claudio Sterpin, con cui la donna, dopo aver avuto una precedente relazione da giovane, aveva iniziato un rapporto extraconiugale del quale il marito si dice essere stato all’oscuro. Entrambi gli uomini dichiarano a gran voce un grande affetto per la donna scomparsa e tra i due Claudio è stato il primo ad allarmarsi per la sua sparizione.

Sterpin aveva infatti appuntamento con Liliana quel giorno: i due avevano programmato un fine settimana insieme, dopo che Lilly avesse detto al marito della loro storia d’amore. “Io per primo, sono il primo, il primissimo - ha commentato Sterpin - che nega assolutamente che lei possa essere uscita da casa senza telefoni, perché doveva andare presso un centro telefonico e non puoi andare senza telefoni, punto!”. Lilly aveva infatti lasciato i propri device a casa, dove poi sono stati prelevati dagli inquirenti.

Ma su tutta questa vicenda una domanda aleggia nell’aria: e se ci fosse un altro uomo? Non un uomo con cui Liliana aveva una relazione, ma qualcuno che l’ha rapita e uccisa. La donna avrebbe dovuto prendere un autobus sul quale non è mai salita. E Sterpin dubita che sia morta necessariamente il giorno della sua scomparsa, come sostiene l’autopsia in base alla ricrescita pilifera.

Se ci sarà un’indagine per omicidio, è possibile che questo interrogativo trovi una risposta.

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