Il grillismo applicato al calcio e ai suoi affari. In queste ore sono in corso scioperi spontanei e manifestazioni negli stabilimenti di Melfi e Pomigliano della Fca, il gruppo di Marchionne al quale fanno capo sia Fiat che la Juventus. Il motivo è il costo e il mega stipendio di Cristiano Ronaldo, la star del calcio mondiale approdato a Torino. Per lui dicono i sindacati non si bada a spese mentre per gli operai solo briciole. Stupidità del paragone a parte, anche a me piacerebbe guadagnare quanto Ronaldo, ma purtroppo non ne ho il talento e quindi mi limito a sperare di poter vendere qualche copia in più grazie all'enorme interesse generato dal suo arrivo in Italia. Gli operai della Fiat, applicando la logica e le leggi dell'economia, dovrebbero festeggiare l'arrivo del campione, che non è un costo ma un investimento. Avere Ronaldo come testimonial di fatto del gruppo non potrà che giovare a tutti i dipendenti Fiat, se non addirittura all'intero Paese. Solo per fare il più banale degli esempi, le milioni di maglie di CR7 che saranno vendute faranno sì più ricca la Juve, ma anche il commerciante che le vende, l'imprenditore che le fabbrica e i loro dipendenti che avranno un posto di lavoro più sicuro.
Povertà e mediocrità non hanno mai generato soldi, semmai li hanno consumati. Ricchezza e talento li hanno invece moltiplicati e ridistribuiti in proporzione - al netto di furbi e mascalzoni che però restano per fortuna una minoranza - anche tra chi non è dotato di particolari doti. Scioperare per le retribuzioni dei bravi e dei geni è come scioperare contro se stessi. Il milionario Beppe Grillo, con la sua intuizione, ha fatto ricchi Di Maio e gli onorevoli grillini (quasi tutti disoccupati e poveri in canna); Berlusconi ha distribuito benessere ai suoi dipendenti, agli artisti, ai suoi politici e a milioni di italiani. L'inverso sarebbe stato impossibile.
Non c'è grande differenza tra gli scioperi anti Ronaldo e il «decreto dignità» dei Cinquestelle: meglio essere tutti anche calciatori e imprenditori un po' più poveri che qualcuno con merito un po' più ricco.
Una sorta di riedizione del nefasto socialismo reale che ha portato, dove applicato, miseria e arretratezza. La domanda è sempre la stessa: ma che cosa c'entra la Lega che almeno ufficialmente è oggi il partito guida del centrodestra con una simile visione del mondo reale e dell'economia?
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