Chiara, la ragazza che viveva "attaccata" al computer

Chiara Santioni oggi ha superato la sua dipendenza da videogame ma, per un anno, ha vissuto in funzione di un videogame: “Sono venuta a conoscenza di quel gioco on line: Demon Slayer e mi ci sono persa”

Chiara, la ragazza che viveva "attaccata" al computer

Ha vissuto per un anno letteralmente “attaccata” al computer. Chiara Santioni, oggi ventitreenne, passava 24 ore su 24 su internet. Dormiva poco, mangiava appena e, soprattutto, non metteva quasi mai piede fuori di casa.

All’epoca aveva 18 anni e stava attraversando un momento di estrema difficoltà e solitudine. In un’intervista a Il Resto del Carlino, la giovane modenese racconta: “Avevo lasciato gli studi e, contemporaneamente, il mio fidanzato aveva lasciato me dopo una storia di tradimenti e litigi. Ero caduta in una sorta di depressione”. Così, spiega, “sono venuta a conoscenza di quel gioco on line: Demon Slayer e mi ci sono persa”.

Un gioco di ruolo nel quale, Chiara, vestiva i panni di una maga, “una maga coraggiosa”, “una persona forte, molto utile e soprattutto indispensabile all’interno del gioco”. Insomma, una specie di paladina, tutto quello che lei avrebbe voluto esser nella vita reale. Ed è proprio per questo che, pian piano, l’ossessione per quel videogame è sfociata in una vera e propria dipendenza.

Le sue giornate erano interamente “dedicate a combattimenti e compiti da svolgere, ma solo sulla rete. Stavo attaccata lì tutto il giorno, da quando mi svegliavo a quando andavo a letto”. La vita sociale di Chiara era tutta racchiusa in quel monitor. Non c’erano più amici con cui uscire o compagni di scuola con cui ripassare le lezioni, solo avatar con cui comunicare via Skype: “Discutevamo pure su diversi temi, non solo dei nostri personaggi. Come se quegli avatar fossero compagni di classe seduti ad un tavolo per un caffè”.

Oggi Chiara è riuscita ad uscire dall’incubo virtuale che l’aveva imprigionata. E ha ripreso in mano il timone della sua vita. La “svolta”, come la definisce lei, è arrivata a 19 anni, “quando ho deciso di tornare a scuola”.

Di aprirsi di nuovo al mondo e di allacciare rapporti con delle persone “vere”, che “hanno capito il mio problema e mi hanno coinvolto in tante cose, facendomi amare la vita reale”. E se oggi le domandate chi è, lei con piglio sicuro vi risponderà: “Sono una persona”. In carne ed ossa.

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