Chieti, ristoratore aggredito al semaforo: arrestato il pugile

L'accusa è di lesioni gravissime. Il fratello dell'uomo aggredito: "Noi non sappiamo se, quando, e in che condizioni lo rivedremo"

Chieti, ristoratore aggredito al semaforo: arrestato il pugile

Svolta nel caso della brutale aggressione a Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, dove precisamente al semaforo di viale Alcyone un ristoratore è stato picchiato da un pugile. Sandro Mangifesta è stato arrestato nella giornata di ieri, sabato 9 novembre, a seguito delle indagini coordinate dal pubblico ministero Giancarlo Ciani. Dopo aver sentito le narrazioni da parte di diversi testimoni, Luca De Ninis - il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Chieti - ha dato il via libera alla misura cautelare nei confronti del 43enne, a cui è stata riconosciuta la pericolosità e la possibilità di reiterazione di reati contro la persona. L'accusa è quella di lesioni gravissime.

La rabbia

Al momento la vittima dell'atto violento è ancora ricoverata in condizioni gravi nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Popoli: ha riportato ferite al volto dopo uno o due pugni subiti. Suo fratello sembrerebbe essere fiducioso: "Prova a rispondere ai nostri stimoli. Quando lo chiamiamo abbozza un sorriso, a volte si agita, sembra quasi che voglia alzarsi da quel letto". Tuttavia è diverso il parere dei medici: "Non hanno sciolto la prognosi, ci hanno detto che ha tre ematomi alla testa e che sicuramente riporterà delle conseguenze". Come riportato da Il Centro, Giuseppe Cicalini ha ribadito: "I danni a cui potrebbe andare incontro mio fratello potrebbero andare da un forte e costante mal di testa fino a qualcosa di più grave. Dobbiamo aspettare e sperare. Lui non è ancora considerato fuori pericolo e anche quando lo sarà, sappiamo che lo aspetta un lungo periodo di riabilitazione".

Il fratello di Antonio pochi giorni fa aveva chiesto nuovamente giustizia: "Sono passati 14 giorni da quel maledetto 25 ottobre. Quattordici giorni in cui Antonio è rimasto disteso su un letto in ospedale, inerme, sospeso tra la vita e la morte". E aveva confessato una triste realtà: "Noi non sappiamo se, quando, e in che condizioni lo rivedremo".

Sulla questione era intervenuto anche l'avvocato Carla Tiboni: "Sappiamo che gli inquirenti stanno svolgendo un lavoro capillare da consegnare al sostituto procuratore di Chieti Giancarlo Ciani. Questa è una fase molto delicata in cui è bene non lasciare nulla al caso".

Il legale della famiglia, con il supporto del collega Angelo Pettinella, aveva smentito eventuali rapporti pregressi tra i due uomini: "Confermo quanto detto in prima battuta e che cioè i due non si conoscessero".

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